sabato 28 dicembre 2013

BASTA STARE ZITTI...QUANDO IL CORAGGIO PUÒ FARE DAVVERO LA DIFFERENZA!

In genere i gruppi su facebook ho iniziato ad evitarli come la peste bubbonica, anche perché poi mi ritrovo sempre la mail piena di notifiche e di aggiornamenti che puntualmente finiscono nella posta eliminata, ma stamattina ho avuto una piacevole sorpresa: quella di essere stata aggiunta ad un gruppo, fondato da ragazzi e ragazze più giovani di me, in cui ci sono davvero persone, anzi, TICINESI  di tutte le età, con un solo grido e che è anche il nome del gruppo: BASTA STARE ZITTI, È UN NOSTRO DIRITTO AVERE UN LAVORO!

Il gruppo, che si dichiara apolitico e apartitico, nasce dal coraggio e dall'iniziativa di due ragazzi, Alex Conrad e Marco Chiffi, che il 27 dicembre si sono presentati anche sulla piazza Dante per un volantinaggio teso a sensibilizzare la popolazione su un problema serio, che i nostri politici e i capoccia delle aziende ticinesi conoscono bene, ma nei quali ci sguazzano a meraviglia, anche grazie al silenzio di molti residenti:
IL LICENZIAMENTO DELLA MANODOPERA DOMICILIATA E RESIDENTE A FAVORE DI ASSUNZIONI INDISCRIMINATE DI FRONTALIERI, SOTTOPAGATI, E CON I SOLITI QUATTRO O CINQUE CHE CI GUADAGNANO!!!!

La descrizione del gruppo parla da sé ed è molto chiara:

 il gruppo nasce con lo scopo di dare voce a chi è disoccupato, a chi è in assistenza, a chi vede i propri parenti (o genitori, o la sorella, o il fratello, etc) a casa, a chi si è stufato di vedere 65mila frontalieri entrare ogni giorno, il bar pieno di residenti e/o cittadini svizzeri a far nulla ma che hanno voglia di lavorare. Per chi sta per finire gli studi o un apprendistato e non sa se troverà un posto di lavoro! Non stiamo chiedendo altro che lavorare! Non vogliamo rubare niente a nessuno!
Pretendiamo che ci venga dato quello che ci spetta di diritto! Basta continuare ad accettare questa situazione! Non c'è più limite, il popolo ticinese è stufo di vedersi licenziare e rifiutare candidature per poi dare il posto ai frontalieri! È arrivato il momento di fare un cambiamento perché questo cambiamento arrivi! Basta subire e stare zitti, dimostriamo a questo Stato che il popolo ne ha piene le palle! È arrivato il momento di agire e non soltanto parlarne al bar!
Diamo finalmente dei volti a queste voci che ormai si sentono ovunque!

E DATECI CIÒ CHE CI SPETTA DI DIRITTO!

Nessuno colpevolizza i frontalieri, tutti noi al loro posto lo faremmo, noi diamo la colpa a chi li assume e a chi su in governo, sicuro del suo posto di lavoro, non dice una A per difendere i diritti dei loro cittadini!

"Basta stare zitti, è un nostro diritto avere un lavoro!" è nato meno di un mese fa su facebook, ma già i giornali, tra i quali Teleticino e Tio, hanno puntato le telecamere e le loro penne sul gruppo perché quello che fa questo gruppo non è importante, ma non lo dovevano fare i nostri vecchi e i nostri politici tempo fa: NON ABBASSARE LA TESTA MA SEMMAI ALZARLA E INIZIARE A FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE!

 BRAVI RAGAZZE E RAGAZZI, CONTINUATE/CONTINUIAMO COSÌ! FACCIAMOCI SENTIRE E METTIAMOCI LA FACCIA PER DIRE "BASTA STARE ZITTI, ANCHE NOI ABBIAMO DIRITTO AD UN LAVORO!"





martedì 10 dicembre 2013

10 DICEMBRE 2013- INIZIANO UFFICIALMENTE I LAVORI PER "INNAMORATA DI UN CANTANTE"

Nemmeno il tempo di chiudere l'anno vecchio in bellezza, di festeggiare il Natale con panettone e spumante e di chiudere anche il primo giro del 2013 di "Fiocco Rosso" con gli altri artisti (e di iniziare anche gli esami universitari), che subito il mio editore si è messo in moto per la bozza della copertina di "Innamorata di un cantante", il prequel della mia ribelle, e insieme ragazza energica e moderna, Ambra Leoni.
Inutile dire che è stato come essere buttati giù dal letto di prima mattina...tu sei lì, sotto le coperte, bello acquattato e in piacevole letargo, poi però all'improvviso una sveglia birbante ti desta in un modo a dir poco brusco e ti spinge di nuovo a darti da fare, a raccogliere provviste, a prepararti per il nuovo parto.
Eh sì, esordiente come me o già conosciuto, la vita dell'autore non è quella che si dice una vita oziosa e facile: è una vita fatta di scadenze, di lavori che rimangono in pausa un mese perché l'ispirazione, olé, decide che non ne può più di te e se na va in vacanza ai Caraibi, di risvegli bruschi ed anche di parecchio stress...ma è anche una vita che mi sta dando tante soddisfazioni, che mi sta facendo conoscere da vicino molte persone, che mi sta facendo viaggiare, in senso fisico stavolta e non solo con la mente e con il cuore, in paesi e in realtà molto differenti e che mai avrei immaginato di toccare. E allora vediamo come prosegue la nascita, e la pubblicazione in un certo senso lo è, di questo nuovo capitolo dedicato ai BlackShark, al loro mondo e a cinque donne straordinarie che incroceranno il loro cammino...straordinarie come lo sono le donne e le ragazze che leggono il mio blog, a volte saltuariarmente, a volte in modo regolare, che interagiscono con me su facebook e che mi hanno incontrata in occasione di presentazioni o di eventi veri e propri dedicati al nuovo progetto "Fiocco Rosso". Perché forse non l'avrò detto, ma la serie "I love rock'n'roll" è anche questo: un omaggio alla donna, al suo carattere e alle incredibili sfumature della sua personalità.


                                                                   Francesca Orelli


lunedì 11 novembre 2013

GIORGIO ORELLI-OMAGGIO AD UN GRANDE

"Dal buffo buio

Dal buffo buio
sotto una falda della mia giacca
tu dici: "Io vedo l'acqua
d'un fiume che si chiama Ticino
lo riconosco dai sassi
Vedo il sole che è un fuoco
e se lo tocchi con senza guanti ti scotti
Devo dire una cosa alla tua ascella
una cosa pochissimo da ridere
Che neve bizantina
Sento un rumore un odore di strano
c'e' qualcosa che non funziona?
forse l'ucchetto, non so
ma forse mi confondo con prima
Pensa: se io fossi una rana
quest'anno morirei"

"Vedi gli ossiuri? gli ussari? gli ossimori?
Vedi i topi andarsene compunti
dal Centro Storico verso il Governo? "

"Vedo due che si occhiano
Vedo la sveglia che ci guarda in ginocchio
Vedo un fiore che c'era il vento
Vedo un morto ferito
Vedo il pennello dei tempi dei tempi
il tuo giovine pennello da barba
Vedo un battello morbido
Vedo te ma non come attraverso
il cono del gelato"

"E poi?"
"Vedo una cosa che comincia per GN"
"Cosa?"
"Gnente"

("Era solo per dirti che son qui,
solo per salutarti")"

(Giorgio Orelli-Sinopie)


Ieri il tempo per me si è fermato. E nello stesso tempo, ricordando quello che avevo sentito a proposito di Giorgio da una mia parente, è anche proseguito. Giorgio Orelli è volato con la sua penna, penna che ha consegnato molti capolavori e che i critici hanno definito "post ermetica", nella notte di san Martino, quando tutto tace e il mondo si riscopre nella sua dimensione più vera, quella della notte e del silenzio.

Per me Giorgio non era solo "uno di famiglia". Come Giovanni, fin da quando ho iniziato a muovere i primi passi timidi nel mondo della scrittura, è stato, ed è tuttora, uno dei miei esempi cardini. Di lui, e questo ricordando in particolare la sua raccolta di poesie "Il collo dell'anitra", apprezzavo quella complessità nello stile che esaltava anche le cose più semplici, dagli affetti agli oggetti del nostro quotidiano, e che ha fatto sì che il nostro piccolo canton Ticino si facesse conoscere anche fuori dai confini. Insieme al cugino Giovanni, ha saputo dare bellezza e rendere il dialetto ticinese una lingua letteraria, una cosa che non era mai capitata con nessun altro dialetto. Come Giovanni era figlio di Bedretto, e della Leventina, che nella sua asprezza e nel suo rigore, soprattutto quello dell'inverno, sa essere anche generosa a chi sa conoscerla.

Come non ricordare inoltre il suo impegno come critico letterario. Attraverso di lui, i grandi autori del calibro di Petrarca, Montale, Dante, tornavano a vivere, e questo ha fatto sì che molti degli allievi che lo hanno avuto, siano arrivati con il tempo ad amarlo molto. Sono rare infatti le persone che, attraverso la parola, stimolano e nello stesso tempo aprono la mente a chi ancora non conosce quell'autore.

Come non ricordare inoltre non solo i riconoscimenti, numerosi, che ha ricevuto in vita, ma anche quello che ha dato al canton Ticino e alla sua gente, sia attraverso i suoi libri che attraverso la sua personalità, che mia nonna, parlandomene per la prima volta, ha definito "gioiosa, sensibile e molto semplici", come gioiose, sensibili e molto semplici lo sono le sue poesie. Eppure, proprio in quella loro semplicità, hanno saputo parlare per più di trent'anni e di sicuro continueranno a parlare ora che Giorgio non è più in questo mondo.

"Verba volant, scripta manent" dicevano i latini...ed io non posso che ringraziare questo familiare, questo mito, questo esempio, per tutto quello che ha consegnato e che rimarrà per sempre.

Grazie ancora Giorgio...anche se sono ancora all'inizio del mio percorso, ti prometto che non appena raggiungerò la dovuta "maturità letteraria", cercherò per quanto possibile di portare avanti quello che hai lasciato dietro il tuo cammino. Un abbraccio silenzioso.



domenica 3 novembre 2013

FIOCCO ROSSO PER SOCCORSO D'INVERNO E PROGETTO MENTORING CON FRANCESCA ORELLI, SPINNING JAMY E DREAM ON-29 NOVEMBRE 2013, LOCARNO

Tra la fine della stesura della bozza del terzo romanzo dedicato ai BlackShark, la nascita del nuovo blog dedicato alla musica rock e al metal e la vita universitaria in quel di Milano, io e Stefania Arceri, responsabile dell'associazione culturale Onda ReAttiva, abbiamo cominciato anche ad organizzare il terzo appuntamento "Fiocco Rosso", che si terrà venerdì 29 novembre a partire dalle 17 presso la biblioteca cantonale di Locarno.

Dopo l'esperienza momò e luganese, il progetto sta crescendo e maturando sempre di più, e stavolta possiamo dire che quello di Locarno sarà forse il primo evento che sarà fatto secondo uno schema che si è dimostrato vincente e che è stato costruito poco per volta, mattone dopo mattone: l'evento artistico in sé, la presentazioni delle due associazioni sostenute da parte di due volontari, i momenti di incontro, la consegna delle "scatole magiche" da parte degli artisti. Questi sono solo alcuni dei momenti che abbiamo vissuto insieme, sia noi come comunità artistica che il pubblico che ci ha seguiti, e che riproporremo per la prima volta nel Sopraceneri.

Il progetto di questo nuovo evento è ancora in fase di elaborazione, ma una cosa possiamo già rivelarla: stavolta faremo qualcosa di più grande. Ci sarà infatti non solo la presentazione ufficiale del Fiocco Rosso e dell'Associazione culturale "Onda ReAttiva", ma anche un doppio concerto acustico in cui si alterneranno ben due gruppi partecipanti al progetto, diversissimi tra di loro: i Dream On, tributo ai Gotthard di Asti già presente a Mendrisio e a Lugano, e gli Spinning Jamy, gruppo alternative rock che dopo aver condiviso il palco dell'openair Palagnedra con Davide van de Sfroos, in questi giorni ha suonato per la prima volta fuori dai confini ticinesi, presso l'Ebrietas di Zurigo, dove hanno trovato un pubblico molto caloroso ad accoglierli.


mercoledì 30 ottobre 2013

Elisa s.Amore: quando in fondo non vale proprio la pen(n)a sparare sulle ambulanze

Normalmente preferisco "evitare" di scrivere articoli di questo tenore, anche perché in genere guai, se un'autrice si leva contro un'altra autrice viene tacciata subito di essere invidiosa del suo successo o cosucce di questo genere.

Quello però a cui ho assistito ha a dir poco dell'incredibile: un'esordiente si è permessa di insultare e di parlare male nel suo gruppo "chiuso" su facebook di un'altra autrice, senza permetterle di difendersi, cosa che ha scatenato non pochi malumori. Dato che questa mia collega è una persona molto corretta, ha chiesto all'esordiente in questione sulla sua bacheca di palesarsi per vedere di risolvere l'impiccio...
Nemmeno l'avesse fatto...Elisa s.Amore, l'esordiente che ha scritto un libro che è stato recensito a più riprese in modo molto negativo anche su due blog molto importanti (Sognando&Leggendo e Believing), è subito intervenuta, arrivando ad insultarla pubblicamente, a prenderla in giro e a prendere in giro anche i lettori che avevano letto il suo libro. Una cosa che ho trovato raccapricciante, anche perché già parlare male alle spalle di una persona e senza darle la possibilità di difendersi è un comportamento a dir poco discutibile, ma arrivare al punto da intervenire in una discussione, negare tutto pubblicamente (anche se ci sono diversi testimoni che hanno visto il post in questione) e in più attaccare l'autrice, le blogger, i lettori presenti, beh, direi che è ancora più discutibile, e questo tenendo anche conto del fatto che quest'esordiente è una donna di trent'anni, sposata, quindi teoricamente un pochino più di sale in zucca dovrebbe avercelo.

Il bello però è arrivato dopo: dato che ero stanca di leggere i suoi insulti rivolti a questa mia collega di penna, sono intervenuta, fino a dirle una parola che l'ha toccata: vigliacca.
E toccata l'ha toccata, visto che in men che non si dica l'Amore ha segnalato il mio commento ed io mi sono ritrovata con un blocco di 12 ore da parte di facebook. E su quello stesso social ogni giorno transitano commenti e immagini che meriterebbero davvero la segnalazione, ma chissà perché mai una volta i suoi autori sono stati bloccati.

Scaduto il blocco, alquanto inferocita, sono andata a cercare il gruppo per cantargliene quattro...e con mia grande sorpresa, ho visto che il gruppo era sparito. Mi sembrava un po' strano che l'avesse cancellato, quindi ho subito pensato (e secondo me ho anche ragione) che l'Amore ha cambiato ancora la privacy, passando da chiuso a segreto. In questo modo può sparlare indisturbata con le sue protette di questa e di quell'altra autrice e senza che qualche "non appartenente alla sua cerchia" vada a dirle che non è corretto farlo.

Sono inoltre rimasta molto basita dal fatto che nonostante le accuse e gli insulti iniziali siano proprio partiti da Elisa s.Amore, un blog che consideravo serio come "Romanticamente fantasy" si sia schierato dalla parte di quest'autrice in quanto blog della Nord, arrivando a bollare tutti quegli autori che non hanno pubblicato con le grosse case editrici (a pagamento, perché l'Amore ha sborsato la bellezza di 20'000 euro per il marketing) come pseudo autori o autori frustrati.

Una mancanza di rispetto che trovo alquanto grave, in quanto come lettrice mi è capitato di avvicinare dei piccoli autori, che non hanno pubblicato con delle grosse CE, che hanno scritto libri stupendi e degni di essere letti. Al contrario mi è altresì capitato di legger libri di grosse case editrici che facevano a dir poco pena, con editing inesistenti e con scrittori (quasi sempre italiani) che sembravano farsi beffe del lettore.

Ma in fondo di che mi stupisco? Viviamo in un tempo in cui le grandi case editrici non cercano più il talento nell'autore, ma il suo denaro, arrivando poi a fare una figuraccia con i lettori che si vedono propinate giorno dopo giorno immani schifezze che arrivano dove arrivano perché sono spinte dai soldi (dell'autore).

Dai, ma in fondo vale proprio la pen(n)a sparare sulle ambulanze?


lunedì 28 ottobre 2013

Autopostale e Arl: quando la maleducazione corre sui mezzi pubblici.

Mi è capitato a più riprese di parlare nel mio blog a proposito dell'alto tasso di disoccupazione che abbiamo nel canton Ticino, soprattutto tra i giovani tra i 15 e i 24 anni, che dalle ultime informazioni recepite tramite i giornali e la radio pare che sia arrivato alla soglia del 40% (possibile? Se è per questo allora, siamo messi addirittura peggio dell'Italia e della Spagna).

Negli uffici di disoccupazione presenti sul territorio, come anche nei gruppi facebook dedicati alla ricerca del lavoro, spesso e volentieri mi capita di incontrare miei coetanei o addirittura più giovani o più in là con gli anni, i quali sebbene abbiano una formazione alle spalle, non riescono a trovare lavoro, e questo anche se durante l'apprendistato o l'università hanno fatto anche diversi stage pratici e in più possiedono nel loro bagaglio culturale non solo le lingue nazionali (tedesco e francese), ma anche un livello più che ottimale della lingua inglese.
Penso soprattutto al caso di tre persone che conosco, tutte residenti nel cantone, e che si ritrovano in questa situazione: una ha fatto la Supsi, si è formata come webmaster, eppure malgrado non sia un campo propriamente "occupato oltre il limite", ora sta prendendo in considerazione l'idea di un nuovo apprendistato perché non riesce proprio a trovare un posto che la assuma; un'altra, malgrado una formazione d'ufficio e la conoscenza ottimale delle lingue nazionali, si trova a dover dipendere dall'ufficio dell'assistenza; l'ultimo invece, meccanico d'auto formato, si è reinventato manovale...peccato che nonostante ora abbia un posto, tra pochi mesi si ritroverà di nuovo in disoccupazione, perché il posto di lavoro è solo "momentaneo".
Queste persone, pur se differenti tra di loro, hanno qualcosa in comune: una voglia allucinante di lavorare, di mettersi al servizio della società e delle persone che ne fanno parte, ma purtroppo finora non hanno trovato un'azienda disposta ad assumerle.

Viceversa, nel mese di settembre, mi è capitato di essere protagonista di due episodi molto antipatici, che hanno coinvolto due grandi aziende (ARL e Autopostale) e due "lavoratori" che proprio, pur ricevendo una buona paga (un autista di un mezzo pubblico da noi prende una tra media di 4500-5000 franchi al mese, se non addirittura 6000), non avevano voglia di farne. Uno lo vedevo già da anni sui bus: mai un sorriso, mai una parola gentile, e per estrapolargli anche un "buongiorno", sembrava cheil cliente dovesse usare il trapano del dentista. L'altro invece era la prima volta che lo vedevo: sembrava una persona coscienziosa, e invece, e questo lo leggerete nell'articolo seguente, guardate cos'ha combinato.

Piccola premessa per il lettore: i due episodi sono accaduti veramente, ne sono stata protagonista, e negli stessi non c'è nulla di inventato. Di solito prima non lo specificavo, anche perché mi sembrava una cosa fin troppo logica per non dire lampante, ma visto che ci sono stati di recente anche dei commenti in materia, beh, a questo punto la precisazione era decisamente d'obbligo.

Caso 1: il 3 settembre 2013, erano le 16.40 del pomeriggio, lungo la strada che da Vacallo porta a Castel san Pietro, mi ritrovo ad aspettare il bus alla fermata di Vacallo san Simone. Arriva l'autopostale: di solito, gli autisti aprono (e hanno anche l'obbligo di aprire, perché sul retro potrebbe dover salire una donna con la carrozzina, mentre sul davanti una scolaresca) sia davanti sia dietro, anche perché al contrario dei bus e delle metropolitane che circolano in Italia, qui non c'è l'obbligo di aprire solo le porte sul retro né tanto meno un divieto chiaro per le persone di scendere davanti. Nonostante questo dato di fatto e malgrado sia già in posizione alla fermata per salire davanti, non appena arriva il bus, l'autista in questione apre solo la parte sul retro.
Salgo, e qui tutto normale. Ad un certo punto, stiamo quasi per arrivare a Castel san Pietro, faccio per scendere quando l'autista inizia ad insultarmi in modo molto pesante, manco avessi fatto qualcosa di sbagliato o qualche danno sul bus, fino al punto da uscirsene fuori con la frase <<Via, via, basta, ci dai fastidio!>> (avete in mente come certe persone trattano il proprio cane? Stessa maniera).
Per la cronaca, non avevo fatto niente di male, fuorché alzarmi per iniziare a scendere dal bus.

Come ha reagito poi l'azienda (Autopostale) quando, giustamente, ho inviato il reclamo?

Non ha preso un provvedimento che sia uno verso l'autista, che oltretutto ha negato l'accaduto, ed io (una cliente del servizio in questione) non ho ricevuto nemmeno uno "scusa" o qualcosa che gli si avvicini.

E INTANTO FUORI DA QUELLA STESSA AZIENDA CI SONO MOLTI DISOCCUPATI, VOLENTEROSI E CHE NON DESIDERANO ALTRO CHE UN POSTO DI LAVORO, CHE UCCIDEREBBERO PER QUEL POSTO.

Caso 2: questo è successo in Capriasca, nello specifico a Tesserete, con un autista dell'ARL. Normalmente il bus per Lugano al sabato parte ogni ora, alle x.30. Alle x.25 l'autista arriva in modo normale alla fermata.
Io salgo, mancano ancora 5 minuti alla partenza. Alle x.30 il bus non è ancora partito.
Alle x.32 siamo ancora fermi a Tesserete, sono già due minuti di ritardo. Mi giro verso l'autista...in quel momento mi accorgo che ha un tablet, ma non sta facendo telefonate, nossignori: sta giocando a CandyCrush su facebook! Alle x.34, e con un treno che parte alle x.58 da Lugano (e per arrivarci ci vogliono più di venti minuti, traffico permettendo) e che se non prendo mi ritroverò ad aspettare un'ora a Mendrisio per il bus, faccio notare la cosa all'autista. Manco lo avessi fatto: l'autista in questione inizia ad attaccarmi in modo pesante, arrivando a farmi notare qualcosa a proposito di un giornale che c'era sul bus e a cui avevo dato una lettura svelta prima di rimetterlo al suo posto per l'utente successivo, poi alle x.35 finalmente partiamo (con 5 minuti di ritardo) e con il "lavoratore" in questione che per tutta la durata del viaggio non fa altro che lamentarsi per quell'osservazione. Arriviamo a Lugano ed io devo fare una corsa della miseria per riuscire a prendere il treno per Mendrisio.

Morale della favola?

Come mi è già capitato di vedere alle piscine di Chiasso, dove la signora della cassa, nonostante la colonna di clienti rabbiosi formatasi, continuava a giocare imperterrita allo stesso giochino, a quanto pare è più importante finire il livello di Candy Crush piuttosto che svolgere il proprio lavoro!

E INTANTO FUORI DA QUELLA STESSA AZIENDA CI SONO MOLTI DISOCCUPATI, VOLENTEROSI E CHE NON DESIDERANO ALTRO CHE UN POSTO DI LAVORO, CHE UCCIDEREBBERO PER QUEL POSTO.

Per concludere...io adesso vorrei fare una domanda molto chiara ai direttori delle aziende in questione, Autopostale e ARL, per capire un po' (ed anche al comune di Chiasso, visto che nell'articolo ho anche accennato una scena reale a cui mi è capitato di assistere ad agosto 2013): ma con tutti i disoccupati che ci sono in giro nel canton Ticino, perché insistete a dare un posto di lavoro a delle persone che, da quello che ho visto, non gliene frega assolutamente nulla e in più trattano i vostri clienti come se fossero delle scarpe vecchie? Solo perché chiedono poco? Solo perché sono dei pensionati che al limite chiedono il costo di un caffè?
Rimanendo in attesa delle vostre risposte, vi ricordo che di fuori ci sono tante persone che davvero, farebbero carte false per lavorare presso di voi, ma chissà perché per voi sono come inesistenti in quanto vivono stabilmente nel canton Ticino e qui pagano le tasse e la cassa malati.

PREFERITE GIOCARE AL RISPARMIO E AL RIBASSO DELLO STIPENDIO ANZICHÈ ASSUMERE DELLE PERSONE QUALIFICATE? BENISSIMO, POI PERÒ NON STUPITEVI SE VI RITROVATE CON CLIENTI ARRABBIATISSIMI, CHE SI LAMENTANO DELLA SCARSITÀ DEI SERVIZI O CHE SCRIVONO DELLA COSA IN RETE PERCHÈ VOI PREFERITE LAVARVENE LE MANI O DAR RETTA ALLE MENZOGNE CHE RACCONTA IL VOSTRO DIPENDENTE PER SALVARSI IL CADREGHINO!








venerdì 25 ottobre 2013

Fiocco Rosso...il progetto nel concreto a distanza di un mese

Devo ammetterlo, "Fiocco Rosso" all'inizio è stata una sfida: chi mai infatti avrebbe immaginato che una persona, da sola e senza alle spalle un'organizzazione che la sostenesse, fosse in grado non solo di organizzare degli eventi sul territorio ticinese, ma anche di coordinare una comunità di artisti, l'uno diverso dall'altro, e di gestire i rapporti di "Public relations" con le associazioni o i progetti?
Sembrava una missione impossibile, per non dire altamente improponibile.

Ma a distanza di un mese, posso dire di essere molto soddisfatta, non solo per l'evidente interesse e curiosità che il Fiocco ha suscitato, e suscita tuttora, negli artisti, ma anche nei giornalisti e nelle persone che, poco per volta, si stanno avvicinando a questi eventi e a questa comunità artistica.
A circa un mese dalla sua nascita non solo si sta creando un bel giro (ci sono infatti sì i quattro artisti ufficiali, ma anche gli artisti che lo sostengono con la loro presenza sulla pagina di facebook), ma abbiamo anche ottenuto dei risultati non da poco: a conti fatti tra la ricostruzione di Moglia, il Tavolino Magico, l'associazione Armònia e l'ACIF, siamo riusciti a donare tramite questi eventi la bellezza di quasi 300 franchi.
Nel fare i conti e nell'ammettere questo risultato a dir poco sensazionale per me, e questo tenendo conto che il "Fiocco Rosso" è ancora un bambino che ha iniziato a muovere da poco i primi passi, non posso che ringraziare tutte quelle persone che hanno creduto in me come "colonna portante" di questo progetto, ma soprattutto negli artisti che via via, e sempre gratuitamente, hanno accettato di prestarsi a questo "gioco della solidarietà", di dare la loro totale fiducia e di lavorare insieme per dare una mano concreta al canton Ticino ed anche alla vicina penisola.

Che dire poi del rapporto con le associazioni e i progetti...inizialmente siamo andati un po' così, come dei bambini curiosi ma ancora inesperti, ma adesso posso dire che si è creato davvero una bella fusione mentale, fisica e sociale anche su quel lato. Prendo il caso dell'associazione Armònia, giusto per dare l'esempio: come progetto eravamo partiti con l'intento di sollevare un po' le donne dalle spese della casa, ma abbiamo finito per fare qualcosa ancora di piu' grande e di importante con i soldini che abbiamo raccolto il 18 ottobre a Mendrisio: permettere all'associazione di acquistare un dolce per Natale per tutti i bambini (e sono tanti) presenti all'interno di questa infrastruttura protetta. Per quanto riguarda le altre associazioni che stiamo via via contattando per sostenerle tramite questi eventi "Fiocco Rosso", posso dire che a distanza di un mese, un'altra cosa che mi riempie di gioia, è vedere come reagiscono, la loro gioia nel vedere come ci avviciniamo a loro, e con noi anche le nostre arti, con garbo e con gentilezza per dare una mano senza chiedere nulla in cambio, se non dare un po' di felicità a qualcuno che ne ha bisogno.

Il prossimo appuntamento con il Fiocco Rosso si terrà il 29 novembre, dalle 17 alle 20, presso la biblioteca cantonale di Locarno. Ci sarò io a presentare "Nelle mani della ribelle", e con me ci saranno non uno, ma ben DUE gruppi che si esibiranno in un doppio acustico. Ma non è tutto: i gruppi saranno i veri protagonisti, insieme  a me, di questo nuovo appuntamento. Volete scoprire il perché?
Bene, allora vi aspettiamo a questo nuovo evento e appuntamento con la solidarietà. E per chi ancora non ci conosce, sappia che in genere a questi eventi succede sempre qualcosa...


mercoledì 16 ottobre 2013

Francesca Orelli: LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23

Francesca Orelli: LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23:   DIESEL 23 (ROCK MELODICO)-SVIZZERA       Nonostante i miei sensi siano ancora abbastanza ottenebrati dalla fondue "alquan...

LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23

 
DIESEL 23 (ROCK MELODICO)-SVIZZERA
 
 
 
Nonostante i miei sensi siano ancora abbastanza ottenebrati dalla fondue "alquanto alcoolica" che mi sono concessa solo poche ore fa, sono riuscita comunque a riprendermi un po' per parlare di uno dei gruppi che ho scoperto al Rock'n'Bonsai e che hanno destato molto il mio interesse non solo per la capacità artistica dimostrata, ma anche per quella umana che ho potuto apprezzare non solo durante la serata, ma anche nel dopo: i Diesel 23, rockband dal cuore melodico, che nella serata del terzo anniversario della scomparsa di Steve Lee ho avuto modo di ascoltare e di vedere per la prima volta.

Il gruppo in sé è attivo da poco più di un anno, anche se i musicisti che ne fanno parte hanno un fior fiore di esperienze alle spalle e collaborazioni con gruppi del calibro di Tinturia, Troll e Amii Steward, e nello svolgimento del suo lavoro artistico e musicale ha eletto come propria ispirazione qualcosa di a dir poco particolare: il Diesel, che come ben sappiamo rispetto alla "normo benzina" è più lento. Ma è proprio questa lentezza "scelta" che fa sì che i pezzi proposti dai Diesel 23 non solo siano precisi a livello musicale, ma anche di qualità eccelsa.
E quel 23? Beh, devo dire che di tutto il nome, oltre al Diesel, è stata la scelta che mi ha più incuriosita, ma che è stata subito soddisfatta dal cantante Umberto Alongi: il nome della band infatti è stato scelto il 23 maggio alle ore 23. Da qui la decisione finale di aggiungere quel 23 finale.

Andranno anche a Diesel, saranno lenti, precisi, ma decisamente di strada ne hanno fatta in poco più di un anno e mezzo: diversi concerti sparsi su tutto il territorio ticinese, ai quali si aggiunge un padrinato d'eccezione nella figura del chitarrista dei Gotthard Leo Leoni, e un album dal titolo molto significativo "Last Chance" (ultima possibilità). Come mi ha raccontato il cantante della band, questo titolo riassume un po' delle situazioni in cui, chi più chi meno, ci siamo ritrovati a che fare almeno una volta nella nostra vita: ultima possibilità di fare sul serio, ultima possibilità di recuperare un amore (e qui devo dire che mi riconosco anche abbastanza nei temi, visto che chi più chi meno, i libri della serie "I love Rock'n'Roll" trattano questi temi al di là dello scopo di scrivere dei romance in cui sia però presente anche un pizzico di romanzo sociale, uno di diario di viaggio e uno ancora di giallo), ultima possibilità di recuperare una vita, quando la stessa la si è sprecata magari in malomodo tra vizi ed eccessi di ogni genere. Oltre che titolo del disco, è anche il titolo di una canzone presente al suo interno.

Parlando dell'album un po' più a fondo, all'interno dello stesso ci saranno otto tracce musicali inedite, anzi, forse anche dieci, e con un'unica cover dedicata ai Gotthard ("One Life, One Soul", stupenda e che ho già sentito a Lugano). Ma per la gioia degli impazienti, prima dell'album ufficiale uscirà il singolo "Between Angels and Demons" scritta da Umberto Alongi, con musiche di Michel Lorenzi e arrangiamenti dell'autore e del chitarrista e leader Ivan Santangelo.

E per quanto riguarda i progetti futuri? Beh, dopo un minitour di successo che li ha portati in Sicilia, in questo periodo i Diesel 23 si stanno anche creando dei contatti per un minitour in Campania, e perché no, anche degli impegni lavorativi all'estero. Ce la faranno questi rockers dal cuore grande e con la passione per la musica fatta a regola d'arte? Io direi proprio di sì!

Contatti per concerti, tour, altre proposte e iniziative (feste, matrimoni, eventi aziendali):

email: info@diesel23.ch

numeri di telefono

Ivan: 0041792182219

Umberto: 0041766750411




Un pöör Crist al m'à dùmandaa...

...da dàg un zichinin d'atenzion, parché la sò vida a l'è inscì vöeida, ch'el tröva ül temp da scassà dal deschnööf septembar tücc i dì i cujon. Ma mi a sùm sciüreta bela, ed anca se in 18 cümenti al ma minaciaa, al ma insultaa, al ma disù da tücc i cülüür, a sùn inscì böna da dedicà a lù e a tücc la so raza sta canzüneta bela dal Sordi...e par ül rest al pö tücc quel che vöer, tant l'è mia che ma na frega pùssee da quel tant...


http://www.youtube.com/watch?v=VrOLHeO0M8g

"gia' che ce so me levo st'altro peso, co' tte che fai il capoccia e stai piu' su, te sei allargato troppo,
senti a coso, mica t'offendi se, te do del tu, te c'hanno mai mannato, a quel paese, sapessi quanta gente che ce sta a tte te danno la medaglja d'oro, e noi te ce mannammo tutti in coro, e va e va, chi va con la polenta e baccala'...io so' salmone e nun me 'mporta niente, a me me piace anna' contro corente, e va e va
che piu' sei grosso e piu' ce devi anna'...e t'a ritroverai nel posto giustoe prima o poi vedrai ce provi gusto"

EH DAJE, MÒ MOCOLA E VAN A LAVURÀ! :P

Quando disorganizzazione fa rima con mancanza di professionalità

Innanzitutto mi permetto una breve premessa, e questo per rispondere alle lamentele delle persone (fans arrabbiati?) che si sono fatte sentire con l'organizzatore della manifestazione di cui andrò a parlare, senza peraltro avere il coraggio, né tanto meno le palle, di mandare invece un messaggio privato alla sottoscritta. E dire che non era neppure tanto difficile trovarmi, in fondo mi sono anche preoccupata di firmare le due recensioni per i giornali online per cui scrivo, e non avendo la privacy così “stretta”, era sufficiente fare una piccola ricerchina in facebook e zac, sarei saltata fuori subito visto che io sono la prima della trafila di tante “Francesca Orelli”. Ma no, più facile lagnarsi con l'organizzatore e andare a scassare i maroni ad una pagina che non centra nulla, “colpevole” solo di aver pubblicato un report come per gli altri concerti, anziché mandarmi un messaggio, al quale avrei risposto senza peli sulla lingua, elecando tutte le ragioni per cui ho deciso di favorire un gruppo e stroncarne invece un altro, o almeno il parere che riguarda la mia persona, dato che alla redazione delle recensioni hanno partecipato ben quattro tra reporter, persone che fanno già il critico musicale da anni o che stanno facendo un corso universitario specifico per diventarlo, e giornalisti (che pur se partecipanti a piccoli testate, rimangono tali).

Ragazzi (anche se dovrei chiamarvi “bambini e bambine” vista la vostra età), prima di tutto, e questo per dissimulare qualunque giudizio da parte vostra, a parte due gruppi che avevo già visto all'openair di Palagnedra e a Palco ai Giovani, io non conoscevo nessuna delle bands presenti al Rock'n'Bonsai, di conseguenza nell'espressione dei miei giudizi non sono stata guidata né da antipatie/simpatie, né da altri motivi soggettivi che avrebbero potuto portare la mia penna a favorire un gruppo piuttosto che un altro.
Per gli stessi mi sono esclusivamente avvalsa delle impressioni ricevute nel momento in cui i gruppi sono saliti sul palco ad esibirsi.
Secondariamente, io sono tre (anzi, forse anche quattro) anni che scrivo recensioni e articoli di critica musicale e letteraria, sia per la pagina che gestisco insieme ad altre tre persone e dedicata al mondo dei Gotthard, sia per altri blog, giornali e magazine online a cui collaboro attivamente.
Quindi insomma, a differenza vostra, e questo senza contare il fatto che da un anno e mezzo circa sto anche facendo un percorso di laurea proprio per diventare un critico professionista, gli strumenti basilari per poter esprimere in modo oggettivo un giudizio, e scrivere una recensione, li possiedo a piene mani, anche perché comunque l'esperienza alle spalle, seppur ancora minima, ce l'ho!

Sottolineo inoltre ancora una volta, anche se chi più chi meno, lo abbiamo già fatto fin troppo e a troppe riprese io e le altre colleghe presenti alla serata.
Alla sera dei concerti non c'ero solo io, ma ben quattro ragazze, che insieme a me, hanno scritto, preso nota, elaborato, le proprie recensioni, dopodiché, non appena abbiamo avuto un momento di calma, ce le siamo inviate tra di noi per riscontrare qual'erano i punti comuni che comparivano a più riprese e quali invece erano dei giudizi singoli talmente irrilevanti da poter essere lasciati stare in tutta tranquillità. L'insieme dei punti comuni raccolti ha portato quindi ad un giudizio oggettivo condiviso da tutte in merito ai gruppi, fatto senza tenere conto delle vittorie ad altri concorsi, né di chi aveva già vinto o perso.
Così lavora qualunque critico, sia musicale sia letterario (basta che chiedete lumi ad uno qualsiasi che fa questo mestiere e vi dirà la stessa cosa), e così abbiamo fatto noi.
In ultimis: come in tutte le situazioni che si rispettino, il giudizio di un gruppo di critici o di reporter può anche non coincidere con quello della giuria, ma non per questo vuol dire che sono nel torto o che stanno sbagliando. Anche perché poi, che uno vinca, che uno perda, poi è sempre il pubblico fuori, e che non conosce nessuna delle bands, a farsi il proprio giudizio in materia, non solo leggendo le recensioni, ma anche andando a spulciare i video delle bands stesse.
Detto questo, chiuso il primo punto, e per quel che mi riguarda non ci tornerò più su a discuterne.

Parlando invece dell'organizzazione del Rock'n'Bonsai: ora, già nei mesi precedenti ci sono state alcune “cosine” che mi hanno fatto abbastanza riflettere, come quella volta in cui mi sono ritrovata letteralmente “scaricata” sulle spalle le responsabilità che doveva essere degli organizzatori, come trovare la security, cosa molto importante anche per un evento di piccole dimensioni (e non liquidare la cosa con frasi “tanto non serve”, come ho avuto modo di sentire anche sul posto, e dalla bocca di uno degli organizzatori per di più), ma quando mi sono presentata sul posto, era chiaro che c'erano altre cose che potevano essere fatte meglio, se l'organizzazione avesse dimostrato un po' più di professionalità nel creare l'evento, e altre che non mi sono andate proprio giù.
Innanzitutto mi ha stupito molto la mancanza di cartelloni (ma mica c'era uno sponsor che si occupava di farli?), per poi ritrovarmi, solo quando mi sono avvicinata, un manifestino seminascosto sulla bacheca, e sul dietro per giunta. Okay, forse i cartelloni sono troppo costosi per l'evento, ma era così difficile organizzare due poster, grandi abbastanza da ricoprire la bacheca, da mettere davanti sul dietro? Seconda cosa: passi il catering organizzato in una qualche maniera (pizze e caffè, proposti per di più a prezzi indecenti, al punto che molti degli intervenuti sono dovuti andare fuori a mangiare), passi la sicurezza cercata in ultimis via facebook (deprimente), ma cacchio, non il fatto che il fanclub ufficiale della band, una volta arrivato, non trovi nemmeno dei tavoli pronti messi lì! Santo cielo, e dire che creare una bancarella minima non è nemmeno l'impresa più impossibile della Terra, è sufficiente aprire due tavoli, ricoprirli con una tovaglia di plastica, organizzare due panchine e il gioco è fatto! Io sono cinque anni che lo faccio per un'openair, e i primi quattro anni ero sempre da sola a farlo, ma è sempre andato tutto molto bene.
Ma la cosa che mi ha fatta bollire più di tutte (di rabbia) è stata questa: la madrina dell'evento la si ingaggia proprio per fare la madrina, quindi fare apparenza, accogliere i visitatori, rappresentare gli sponsor all'evento, non per sobbarcare poi sulle sue spalle tutto il lavoro dell'organizzazione perché gli organizzatori non si trovano!

Tornando al discorso delle recensioni però, è qui che si è manifestata in tutta la sua potenza non solo l'evidente disorganizzazione, ma anche la mancanza di professionalità. Mancanza di professionalità nel non saper accettare che alla manifestazione, oltre ai fans, c'erano anche dei reporter e dei critici esterni che hanno scritto un giudizio che differiva di netto da quello della giuria.
E poi, sempre parlando della giuria: da quando in qua è onnipotente e tutti i pareri devono conformarsi con quello espresso dalla stessa? Non si può semplicemente rispettare tutte le opinioni, senza star lì a rimenarla, a ravanarla in tutte le maniere (e a rompere le palle a dei giornalisti e dei critici che possono sì dare una mano ad una manifestazione, se è valida, ma anche affondarla se proprio vedono che non è stata organizzata con la dovuta serietà come in questo caso)? Anche perché poi sarà il pubblico, IL PUBBLICO, quello che deciderà se un artista è valido o meno, se è stata la giuria ad aver ragione o invece il gruppo di critici e reporter presente alla manifestazione...e da quello che ho potuto subodorare nei giorni successivi, il giudizio mio e delle mie colleghe di recensioni e di report, fatto in modo oggettivo e sulla base di quello che è stato visto sul palco, dalla presenza scenica ai testi proposti, dal rapporto con il pubblico fino all'ambientazione, è stato condiviso ed approvato appienamente non da poche persone, che non conoscevano i gruppi e che a seguito delle recensioni sono andate su youtube per appurare quanto c'era di vero nelle stesse e farsi il PROPRIO GIUDIZIO in materia. E santa madre di Dio, se noi eravamo su nelle file alte, e abbiamo guardato giù e a parte un gruppetto nel mezzo, nessuno del pubblico ha battuto le mani davanti all'esibizione del gruppo che abbiamo stroncato tutte e quattro, anche se ognuna per motivi differenti, non è perché ce l'avevamo con il gruppo, ma perché è stato quello che abbiamo effettivamente visto!
Mancanza di professionalità inoltre nel non rispettare non solo che si esprima un giudizio differente, ma anche nel voler mettere a tutti i costi zizzania tra le persone...non per dire, ma se una discussione avviene in privato, la stessa deve rimanere in privato, non essere “fotografata” tramite screen shot per creare discussioni o possibili litigi tra due persone, solo perché una si è lasciata scappare una cosa e l'altra l'ha interpretata male. Bastava rispondere “no, non è così, è cosà” e si chiudeva lì il discorso, punto e stop!
Mancanza di professionalità nel non saper organizzare la manifestazione “nei dettagli”: da un incontro successivo con due giurati, cosa sono venuta a sapere infatti? Che la presentatrice non sapeva che cavolo dire, che un Gotthard, presente sul posto per vedere un'altra band, è stato ingaggiato all'ultimissimo momento per la premiazione, e che anzi, quasi è stato poi “defenestrato” in una qualche maniera solo perché l'organizzatore ha deciso di fare in tutt'altro modo (grazie a Dio che il Gotthard aveva sul posto un amico molto intelligente, al contrario dell'organizzatore cardine che era un idiota con tanto di patente, che lo ha disuaso dal comportarsi così perché sennò una delle più celebri rockstars svizzere lo mandava, giustamente, come cantava Sordi “a quel paeseee...sapessi quanta gente che c'è sta...”), che la giuria è stata formata solo all'ultimo momento, che NON ERA PRONTA e non aveva nemmeno i criteri per esprimere i giudizi (decisi sul momento anche quelli), che i giudizi stessi sono stati messi su dei fogli a quadretti e non su una modulistica apposita (come in ogni concorso che si rispetti)...EEEHHH, MA STIAMO SCHERZANDOOOO????
Da ultimo, ma non meno importante, mancanza di professionalità nel non saper capire che il giudizio espresso da un critico musicale nei confronti della band si dista di molto, anzi, addirittura di chilometri, da quello dell'operato dei giudici.
Un critico, o in questo caso un gruppo di critici e di reporter, può anche non essere d'accordo per nulla con il parere della giuria, ma non per questo deve esprimersi in modo negativo anche sull'esecuzione di una rockband solo perché ne fanno parte alcuni giudici. A noi interessa la musica e quello che vediamo sul palco, non che le persone facciano parte di questo e di quell'altro!
Come giuria per noi potranno essere incompetenti, drogati, stanchi o peggio (in fondo da noi ci si aspetta anche questo per fare un po' di “audience”. Basta che guardiate “Tale e quale show” al venerdì sera, dove questa nota è molto più evidente che negli altri programmi televisivi. Quante volte Claudio Lippi, nel formulare i suoi giudizi, viene attaccato a più riprese dal pubblico, dai critici e dai giornalisti presenti in studio, che non sono d'accordo?), ma nel momento in cui salgono sul palco e si esibiscono, per noi sono musicisti, è se un musicista è bravo, meritevole ed esegue un pezzo talmente bene da far piangere metà sala ed emozionare l'altra metà, noi lo scriviamo esaltandone le capacità, in quanto il nostro mestiere (o la nostra passione) prevede non solo che si esprimano dei pareri il più vicini possibili alla realtà dei fatti, ma anche, se ci sono le capacità, e il TALENTO, nell'artista, nel musicista, nello scrittore esordiente, nel pittore, nello scultore, ecc ecc, di dirlo senza timore.
Mancanza di professionalità nel non sapersi presentare, a livello estetico, bene e come si conviene ad una manifestazione che si arroga il diritto di presentare l'operato di un'associazione no profit, di serietà, di rispetto per tutte quelle persone che sono venute a rendere omaggio ad una personalità straordinaria come Steve Lee. Non dico vestirsi come un damerino per la prima della Scala, per carità, ma nemmeno presentarsi con un “gamargo” da vecchio (“paltò” nel dialetto della mia valle di Muggio) e la barba di sei se non di sette giorni.
Personalmente, se non me l'avesse detto una delle signorine presenti alla cassa, nemmeno io avrei riconosciuto il Calà in quel “clochard” che ad un certo punto si è avvicinato...e devo dire che già a vederlo conciato in quel modo, non è che l'impressione sia stata delle migliori.
Anzi, adesso sto iniziando davvero a domandarmi, come hanno già insinuato diverse persone nei giorni successivi alla pubblicazione delle recensioni (molti dei quali musicisti già conosciuti e che sono stati presenti all'evento nei due giorni) se anziché per Steve Lee, la manifestazione non sia stata organizzata piuttosto perché l'organizzatore voleva vedere a tutti i costi i venti bonsai del cantante, mentre del resto non gliene importava assolutamente nulla...


E su questo chiudo, augurandomi che in futuro, quando scriverò recensioni da sola o con altre persone, non succeda la stessa cosa che è successa con il Rock'n'Bonsai e la sua organizzazione, anche perché non solo mostra la mancanza evidente di rispetto per i giudizi che non si conformano con quello della giuria ufficiale, ma anche la mancanza di professionalità nell'affrontare quello che un evento di tale portata può portare prima, sul posto, ma anche in seguito! E santo cielo, per favore, ma veramente per favore, invece di farvi entrare le cose da un orecchio e farvele uscire dall'altro (vero Calà?), l'anno prossimo, ammesso che decidiate di ripetere l'evento, cercate di organizzarlo un po' meglio, con tutti i crismi del caso ed anche di essere più presenti come organizzatori! 

domenica 15 settembre 2013

IL MITO DEL CANTON TICINO...CHE TANTO MITO NON È!

Sarà per colpa della crisi, sarà che al giorno d'oggi guadagnare molto è quello che conta più di tutto (anche della stessa dignità), fatto sta che da qualche tempo in facebook mi stanno arrivando diverse richieste da parte di italiani del tipo: "mi piacerebbe trasferirmi in Ticino, come faccio?", "mi piacerebbe venire a lavorare in Ticino, cosa devo fare", "mi piacerebbe venire lì, perché qui c'è crisi...", eccetera, eccetera.
Il tutto sulla base di cosa? Che la Svizzera è ricca...


NIENTE DI PIÙ FALSO!


Qualche tempo fa, se non vado errando, avevo spiegato in lungo e in largo certe fregature che le nostre care aziende hanno imparato a fare a danno dei lavoratori ticinesi e italiani, dopo aver visto che con la libera circolazione ci si poteva guadagnare e risparmiare anche bene sulle spalle altrui, in quanto, udite, udite, non c'è una legge che regolamenta la cosa né tanto meno contratti collettivi che proteggano in un qualche modo i lavoratori. Magari il mio post era stato scritto in arabo e in turco, quindi non era di immediata comprensione, quindi mi permetterò di ritornare sull'argomento per spiegare perché, con la situazione che ci troviamo adesso, è preferibile non venire a lavorare qui in Ticino ma piuttosto andare nella Svizzera interna o in quella francese, dove le possibilità di impiego sono decisamente più elevate.

Innanzitutto, come già spiegato nell'altro post, le aziende ticinesi (ma anche italiane che si sono installate da noi) hanno iniziato a fare le furbette...nel 2002 si poteva ancora sperare in uno stipendio equo di 3000-3500 franchi netti (che credetemi, è ancora il minimo), ma adesso i datori di lavori, capendo che dai lavoratori che venivano da fuori potevano trarci un ottimo guadagno e notevole risparmio, cos'hanno fatto?

FACENDO DUE CALCOLI, HANNO DECISO CHE CON QUELLA CIFRA E CONSIDERANDO CHE A QUESTI LAVORATORI NON PAGAVANO NÈ TASSE, NÈ ASSEGNI FIGLI, NÈ CASSE MALATTIA VARIE, IN QUANTO FACEVANO AVANTI E INDIETRO DALLA FRONTIERA, HANNO DECISO DI RIDURRE DI UN BEL PO' LO STIPENDIO E ANZICHÈ UNO A 3000 FRANCHI, DI PRENDERNE TRE A 1000 FRANCHI AL MESE (CHE SPESSO VENGONO PAGATI IN EURO). DOPOTUTTO NON C'ERANO REGOLAMENTAZIONI, NÈ CI SONO TUTTORA, QUINDI POSSONO FARLO BENISSIMO.

Quindi insomma, da quello che avete capito, ecco qual è stata la prima fregatura tutta imprenditoriale a chi veniva qui per avere un salario migliore.

Secondariamente...lo sapevate che nel canton Ticino:

1) Le più grandi aziende stipulano dei contratti illegali, dov'è previsto che il lavoratore esterno sgobbi anche la domenica e nei giorni feriali (quando per legge si sa che è obbligatorio dare quattro settimane di vacanze)? Lì a Mendrisio ne abbiamo un esempio lampante che adesso, con la prossima votazione del 22 settembre, ha iniziato a correre ai ripari e a licenziare in massa...

2) Molte aziende che assumono manodopera estera, pagano lo stesso stipendio in EURO che prendereste per svolgere lo stesso lavoro in Italia, con l'unica differenza che qui in più ci sono da fare diecimila spostamenti?

3) Che qui abbiamo un tasso di disoccupazione che tra poco toccherà il 30%? E sì, non sembra ma a dispetto della sua fama fiabesca, la ricca Svizzera tra poco diventerà la seconda Grecia...

4) Che qui i lavoratori sono sfruttati e le aziende, impegnate come sono a guadagnare, non si preoccupano di dar loro una minima istruzione sulla sicurezza perché tanto "andato uno, visto il costo basso se ne può prendere un altro"? Provate a chiedere alla famiglia di quell'operaio italiano di 37 anni che è morto l'anno scorso in un cantiere, stritolato da una betoniera, a quelle che hanno perso un proprio caro nello scavo dell'Alptransit (e magari lo stesso prendeva poco o nulla), e a quelle che tutti i giorni si trovano confrontate con la paura che la poca sicurezza nei cantieri ticinesi porti via un loro caro o lo danneggi in modo permanente nel fisico.

5) Che qui, i lavoratori residenti, dopo dodici mesi passati in disoccupazione, vanno in automatico in assistenza e presto si ritrovano a dover dipendere dalla Caritas e dal Tavolino Magico per tirare avanti?
Sembra una cosa da poco, ma è anche per questo motivo che, da estremamente tollerante, il Ticino sta diventando uno dei cantoni più razzisti che si possano mai incontrare...e voi verreste a lavorare in un contesto simile? Fossi nella stessa situazione, io preferirei di gran lunga andare a fare la pornostar in un qualche filmetto di quarta lega che trovarmi in mezzo a delle persone che mi soffiano addosso come dei gatti furiosi (ed anche a ragione, vista la situazione che abbiamo qui).

6) Che la povertà sta crescendo ad un ritmo vertiginoso, ed insieme anche lo sfruttamento dei lavoratori, ed intanto come al solito a guadagnarci sono le aziende che fregano?

Qualche giorno fa, solo nella zona di Milano Lambrate, ho visto non uno, ma ben cinque annunci su altrettanti negozi che cercavano commesse, con o senza esperienza. Certo, lo stipendio di certo non sarà elevatissimo, ma per fare avanti e indietro in un cantone che sta lentamente andando a catascio, prendere la stessa cifra e non essere protetto minimamente sul posto di lavoro, e tutto solo per correre dietro ad un mito che tanto mito non è, non credete che ne valga decisamente di più la pena?

lunedì 9 settembre 2013

"FRANCESCA ORELLI SCRITTRICE"...A CHI HA DATO COSÌ TANTO FASTIDIO DA ESSERE OSCURATA?

Qualche settimana fa, mentre stavo navigando con il telefonino in facebook, tra le novità ne ho anche trovata una non proprio gradevole: digitando "Francesca Orelli" nel motore di ricerca facebook, mi sono accorta che usciva ancora il mio profilo, ma non la mia pagina "Francesca Orelli Scrittrice" (cosa che prima invece succedeva). Dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso di fare il seguente scritto, che indirizzo soprattutto al responsabile, o ai responsabili, di questa invisibilità.

La mia pagina, nata con lo scopo di promuovere il mio libro "Sognando Rock", è anche, e forse l'unica, delle poche in facebook dove si possono trovare degli articoli o delle opinioni "non censurate" di quello che sta accadendo nel nostro canton Ticino, soprattutto a livello lavorativo ed occupazionale. Inoltre, sempre attraverso la stessa, si può avere uno scorcio reale della condizione femminile tuttora presente (ovvero poco tutelata dalle leggi) e di certe "pagliacciate politiche", viste senza le fette di salame davanti agli occhi perché essendo una persona libera da qualunque bandiera o credenza politica (o dovrei dire superstizione?), di conseguenza esprimo commenti senza peli sulla lingua e in modo da far vedere la realtà e quello che davvero comportano le scelte di certi clown che ci ritroviamo tra capo e collo.
Sarà che noi ticinesi per certi versi siamo ancora rimasti all'Ottocento con la zucca, sarà che a noi non ci piace che qualcuno ci mostri la realtà così com'è e senza tanti abbellimenti, fatto sta che voglio dire solo una cosa: LE VOSTRE INTIMIDAZIONI NON MI FANNO PAURA!
Per quel che mi riguarda, potete continuare a segnalare la mia pagina, fatto sta che nel caso Facebook dovesse rimuoverla, la sottoscritta ne creerà un'altra e lì continuerò a pubblicare articoli e le mie opinioni "incensurate" e in tutta libertà, come pure le novità per quanto riguarda i miei libri e le mie presentazioni! Nascondere la verità sotto un bel mucchio di lustrini preziosi poi non serve a nulla, perché se su facebook una pagina può essere resa invisibile, i blog sono tutt'altra cosa e possono anche raggiungere il doppio, se non addirittura il triplo o il quadruplo, di pubblico rispetto ad una pagina facebook.

Volete nascondere la disoccupazione, gli assistenziati, la povertà che qui nel cantone sta sempre più dilagando? Volete celare che qui non c'è la parità tra i sessi, che qui la donna non solo guadagna quasi 2000 franchi in meno dell'uomo, ma non è protetta a livello legislativo per quanto riguarda il reato di stalking?
Volete far sapere che qui tutti stanno bene, che non ci sono gli abusi da parte delle ditte nei confronti dei lavoratori, che non si rispetta la soglia dello stipendio minimo, che si danno stipendi in euro a chi viene da fuori o contratti illegali (vedi il caso del Foxtown di Mendrisio)? Bene, continuate ad accanirvi pure su facebook, io intanto continuerò a parlare dal mio blog, sia in italiano che in inglese, perché si sa, con l'italiano raggiungerò solo una parte del mondo, ma con l'inglese mi faccio capire da tutti ;).

giovedì 5 settembre 2013

IN LOVE WITH A VOCALIST-THE NEW BOOK! (ENGLISH VERSION)

It's with a great pleasure that I announce that, four months after I sent the news manuscript to the Leucotea Edizioni of Sanremo, between June and December 2014 "In love with a vocalist", the first book of the series and the pre-sequel of "In the hands of the rebel", will be published.
Once again we'll meet the BlackShark, we'll breathe very rock atmospheres, but in this novel, on the contrary of the previous, there will be a touch of romance and sweetness in more (because Daria, the new main character, is more romantic then Ambra), that they'll give a lovestory more classical than that of Leonardo and Ambra, but which I hope will make some little hearts beat again.
The first love is never forgotten...and Steven and Daria will discover it very soon, because after being separated for many years even though they are neighbors, it's enough a newspaper article to make them meet again.
Both they're grown up, they're changed, in the better and in the worst, but the sparkles are always between them, ready to explode and overwhelm them as eight years ago, when the BlackShark have made their debut in the show business. But Steven Fuchet, the vocalist, so in love and eager to help his ex girlfriend in the desperate undertaking to save the record company from bankruptcy, in the reconquest of her heart will find himself face to face with a frightening enemy, the pride of Daria, who in order to save what she loves most and protect BlackShark from a danger that threatens them, is willing to sacrifice herself and her happiness.


INNAMORATA DI UN CANTANTE-IL NUOVO LIBRO!

E con grande piacere che vi annuncio che, a quattro mesi dall'invio del manoscritto alla Leucotea Edizioni di san Remo, tra giugno e dicembre 2014 sarà pubblicato "Innamorata di un cantante", il primo libro della serie nonché pre-sequel di "Nelle mani della ribelle". Ancora una volta incontreremo i BlackShark, respireremo atmosfere molto rock, ma in questo romanzo, a differenza del precedente, ci sarà un pizzico di romanticismo e di dolcezza in più (anche perché Daria, la nuova protagonista, è molto più romantica di Ambra), che faranno da sottofondo ad una storia d'amore più classica di quella di Ambra e di Leonardo, ma che mi auguro che farà battere ancora una volta qualche cuoricino.
Il primo amore non si scorda mai...e Steven e Daria lo scopriranno presto, perché dopo essere stati divisi per molti anni nonostante siano vicini di casa, basta un articolo di giornale per farli incontrare di nuovo.
Entrambi sono cresciuti, sono cambiati, in meglio ed in peggio, ma le scintille sono sempre lì, pronte di nuovo ad esplodere e a travolgerli come otto anni prima, quando i BlackShark hanno fatto il loro debutto nello show business. Ma Steven Fuchet, il cantante, così innamorato e desideroso di aiutare la sua ex nell'impresa disperata di salvare la casa discografica dal fallimento, nella riconquista del suo cuore si troverà faccia a faccia con un nemico spaventoso, l'orgoglio di Daria, che pur di salvare la cosa che più ama e proteggere i BlackShark da un pericolo che li minaccia, è disposta a sacrificare anche sé stessa e la sua felicità.


venerdì 30 agosto 2013

PRESENTAZIONI "FIOCCO ROSSO"-QUANDO UN LIBRO PUÒ AIUTARE NEL CONCRETO

Al rientro dalle due presentazioni fatte a Danzica e a Cracovia e con l'arrivo ormai imminente dell'autunno,  ripartirò con il giro di presentazioni di "Nelle mani della ribelle", in attesa che la Leucotea Edizioni deciderà sulla sorte del nuovo manoscritto. Il primo appuntamento di questo nuovo "minitour" di presentazioni sarà il 21 settembre 2013 a Lugano, presso la galleria d'arte Reverberi (per chi non lo sapesse, si trova in via Olgiati 8), dove sarò coordinata e moderata da Luca Giordano.

A differenza di quelle passate, le nuove presentazioni "Fiocco Rosso" saranno contraddistinte da un importante novità: durante le stesse saranno presentati di volta in volta dei progetti benefici, atti a migliorare la qualità della vita delle persone del luogo che mi ospita, oltre a dare un aiuto davvero concreto a chi ne ha più bisogno. Inizialmente partirò con dei piccoli progetti, giusto per vedere se la cosa può funzionare o meno, e a seconda della risposta che ne otterrò, mi "azzarderò" a passi più importanti (e le idee non mancano, anche molto ambiziose e che mirano a dare anche una "botta" sonora ad una situazione che sta ristagnando ogni giorno sempre di più, soprattutto a livello lavorativo).

Ma come si svolgerà il tutto? È semplice: sul luogo della presentazione saranno posizionati una o due scatole rosse, decorate con un fiocco dello stesso colore, nella quali, questo ovviamente a discrezione del partecipante, potrà essere lasciata una piccola offerta. Sulla scatola sarà scritto il nome del progetto, inoltre per chi ne volesse sapere di più, prima della presentazione saranno distribuiti dei fogli su cui saranno riportate tutte le spiegazioni del progetto o dei due progetti benefico/i.
L'offerta sarà ASSOLUTAMENTE LIBERA, quindi che vogliate dare 5 centesimi o 10 franchi, sarà esclusivamente a vostra scelta. Potete decidere inoltre se sostenere un progetto o tutti e due.

Per tutti i progetti ci saranno inoltre delle prove fotografiche tangibili, che verranno pubblicate su questo blog e sulla pagina facebook ufficiale "Francesca Orelli scrittrice", così che il partecipante ad una presentazione possa controllare che la sua donazione è andata effettivamente al progetto e non nelle tasche dell'autore o del moderatore (ormai sono una persona onesta e su questo non transigo).

La prima presentazione "Fiocco Rosso" (il rosso è stato scelto perché non solo simbolo di amore e di passione, ma anche di solidarietà) di "Nelle mani della ribelle" si terrà, come già scritto, il 21 settembre alla galleria d'arte Reverberi di Lugano in via Olgiati 8 a partire dalle 17.30.

Per questa presentazione partirò con due progetti piccoli:

1) Aiuto a ricostruire Moglia, bellissima città emiliana, vittima del terremoto del maggio 2012 e tra le quali è stata quella ad aver riportato maggiori danni. Sul posto ho un contatto diretto, Marco R.Capelli, che si preoccuperà di consegnare la cifra al comune di Moglia per la ricostruzione.

2) Acquisto di due scatoloni di viveri per il "Tavolino Magico" di Lugano, che si tiene tutti i mercoledì al padiglione Conza. Per maggiori informazioni potete consultare il sito: www.tavolinomagico.ch

Ovviamente vi aspetto numerosi! Buona fine estate a tutte e a tutti!

mercoledì 7 agosto 2013

COLLABORAZIONE CON NET1NEWS

Dal 4 agosto 2013 sono anche attiva su Net1News nelle sezioni notizie, cinema, musica, curiosità dal mondo. Per chi desiderasse promuovere il suo evento, oppure ha una notizia che secondo lui potrebbe essere interessante, può semplicemente mandarmi un messaggio sul mio profilo di facebook o contattarmi per mail.


                      Francesca Orelli



venerdì 12 luglio 2013

DIRETTA RADIO DEL 18 LUGLIO 2013

 
 
Il 18 luglio alle 17.20 passerà nel Baobab box di Rete Tre, branca più giovane della RSI (Radio della Svizzera Italiana), l'intervista che ho rilasciato alla giornalista Lisa Mangili in aprile e dove parlerò in modo approfondito di "Nelle mani della ribelle" e di alcune tematiche contenute all'interno del libro.
Sempre durante questa diretta, leggerò anche un pezzo estrapolato direttamente dal libro stesso...in attesa di conoscere il verdetto del mio editore in merito al "presequel" del nuovo manoscritto, non perdete questo nuovo appuntamento con Leonardo e Ambra! Vi aspetto!



 

giovedì 4 luglio 2013

NUOVO PARERE PER "NELLE MANI DELLA RIBELLE" A CURA DI CINZIA MASCIULLI

"Ciao Francesca,ho appena finito di leggere il tuo libro,nelle mani della ribelle,e ho pensato di scriverti e dirti che l'ho letto d'un fiato,anche 2 amiche mie,ci e piaciuto molto,sei molto brava ad esprimere le emozioni,le passioni,ti invoglia a innamorarti,e stato bello leggere e vedere con la fantasia ciò che leggevo.
Brava,i miei complimenti.un saluto e spero al prx libro. Cinzia"

Un grazie ancora di tutto cuore a questa lettrice e a tutti i lettori e le lettrici che mi hanno scritto dalla pubblicazione ad oggi! Mi fa molto piacere che la storia di Leonardo e di Ambra vi sia piaciuta, e di sicuro tra poco   non mancherò di regalarvi il seguito!

lunedì 3 giugno 2013

Nuova intervista per il blog di Linda Bertasi-retroscena, problemi, attimi vissuti durante il tour 2012-2013 e anticipazioni!

http://lindabertasi.blogspot.it/2013/06/intervista-francesca-orelli.html


Nel link soprastante potrete non solo trovare la nuova intervista, ma anche diversi retroscena del tour 2012-2013 e che ha toccato sia il canton Ticino sia l'Italia. Prossimo e ultimo appuntamento prima della presenza openair e della trasferta estera: sabato 8 giugno presso il ristorante "al portone" di Lugano a partire dalle 11.30!







mercoledì 29 maggio 2013

LA SITUAZIONE LAVORATIVA TICINESE: RITORNO AL MASCHILISMO?

Non so se ve ne rendete conto, ma ultimamente, soprattutto in internet e sui principali giornali ticinesi, capita sempre di leggere più spesso "cercasi lavoratore uomo per...con lingue...esperto in. Persone non dotate dei seguenti requisiti pregasi di astenersi". Certo, capitava anche prima, ma di recente il fenomeno sembra non solo diffondersi a macchia d'olio, ma sta diventando alquanto preoccupante.
Dunque, almeno da quello che sto vedendo sempre di più nel mercato del lavoro ticinese e dalle sue richieste, se una donna vuole sperare di trovare un posto di lavoro, anche uno pagato pochissimo, deve prima di tutto presentarsi dal chirurgo plastico per cambiarsi da esponente di sesso femminile ad esponente di sesso maschile e con tanto di attributi inclusi.

MA STIAMO SCHERZANDO?!

Nel 1973 le donne ticinesi hanno ottenuto il diritto di voto, acquisendo di fatto il diritto di decidere a loro volta se approvare o meno un disegno di legge e iniziando a partecipare attivamente alla vita del cantone.
E adesso, quarant'anni dopo, iniziano a spuntare come funghi offerte di lavoro "scioviniste", in cui alle disoccupate viene precluso il diritto di lavorare perché, nonostante siano magari in possesso dei requisiti richiesti, in quanto donne devono esimersi dall'inviare richieste di candidatura. Non so voi, ma questo ritorno al maschilismo più estremo mi sta preoccupando parecchio: cosa accadrà se altre ditte seguiranno l'esempio? Dovremo tornare a chiuderci in casa, a mantenere i figli e basta, senza avere la possibilità di avere un lavoro che ci consenta di mantenerci da sole e senza nemmeno avere la possibilità di fare carriera?
Stare in casa e mettere su famiglia dev'essere una nostra scelta di donne, non un obbligo imposto dai datori di lavoro o dalle aziende solo perché loro cercano lavoratori uomini! Ragazze, donne, facciamoci sentire perché qui rischiamo sul serio non solo la catastrofe, ma un ritorno al Medioevo più estremo!

COSA POSSIAMO FARE DI CONCRETO?

Innanzitutto, facciamoci sentire da queste ditte e da queste aziende! Vediamo in internet un annuncio che cerca un lavoratore uomo, precludendo così il mestiere ad una donna? Bene, una singola protesta magari non potrà fare la differenza, ma se le proteste cominciano ad essere cento, mille, poi di più, si potranno ottenere risultati concreti! E se vediamo che non basta, parliamone con i partiti che hanno a cuore la nostra condizione, o con un politico in cui nutriamo fiducia e che conosciamo! E se non basta ancora scendiamo, ma proprio scendiamo, in piazza a farci sentire! Non su facebook o su twitter, che in sé sono delle piazze marginali, ma su quelle fisiche e dove possiamo urlare tutta la nostra rabbia e il nostro disprezzo per queste offerte di lavoro fuori dal normale!
Perché una persona che è in disoccupazione, o in assistenza (ma vuole uscire dalla sua condizione), ha il diritto sacrosanto di essere ascoltata da un futuro datore di lavoro e di essere valutata in base alle sue capacità e alla sua formazione, e non in base al suo sesso!

lunedì 27 maggio 2013

Il "vizietto" dei ticinesi (ma per fortuna non di tutti!)

Entrando in facebook o in twitter, una delle prime che mi saltano subito all'occhio è la grande "partecipazione" multimediale a fronte di un argomento sociale, politico o che in un modo o nell'altro ci tocca molto da vicino. Nulla di male, dopotutto viviamo ormai in un mondo in cui ognuno è libero di dire la sua, senza mezzi termini né tanto meno mezze misure. Ma davanti a certi atteggiamenti che ho riscontrato oggi, non posso che scrivere queste righe provando un qualcosa tra la perplessità e la preoccupazione.
Sui social, chissà perché, siamo pronti a mettere la faccia o l'avatar, a litigare con il partecipante di turno, a difendere le nostre opinioni in una guerra di botta e continua risposta, il tutto teso a realizzare il maggior numero di "mi piace" possibili ed immaginabili. E quando non sono i social network, sono i bar, le osterie, i centri giovanili, insomma, un qualsiasi ritrovo pubblico in cui si incontra e tra un bicchiere e l'altro si discute di argomenti importanti.
Ciò che mi preoccupa, che mi rende perplessa e che in un certo senso mi intristisce anche, è che tutta questa "partecipazione" si limiti più che altro alle parole, ma quando si tratta di passare ai fatti, guai, piuttosto si inventano delle scuse al limite del penoso o si ha paura di esporsi in prima persona.
Mi dispiace dirlo, ma per quanto possiamo strillare le nostre opinioni su un social, esse non porteranno a nulla: non porteranno ad un cambiamento né ad un miglioramento della penosa situazione in cui ci troviamo a livello attuale (ancora un po' e tra poco raggiungeremo anche noi la Grecia e la Spagna). Invece una firma, soprattutto nelle mani giuste, non solo può portare ad un progetto di votazione, ma anche a fare veramente qualcosa per chi ne ha più bisogno (in questo caso i lavoratori ticinesi)! 
Oggi sono stata in qualcosa come due comuni del Mendrisiotto (Castel san Pietro e Vacallo) e uno del luganese (Lugano), dove per l'iniziativa che richiede un salario adeguato per tutti, che porterebbe ad un notevole calo della disoccupazione dei residenti oltre a qualche giovane in meno nelle grinfie dell'assistenza, ho realizzato qualcosa come una trentina di firme: troppo poche, se penso che se ne dovranno raccogliere ancora circa 2000 per arrivare al traguardo finale delle 10000 e a riuscire così a sottoporre l'iniziativa che porterebbe ad un notevole miglioramento della situazione lavorativa ticinese. 
Nel contempo però sono riuscita ad avere anche una notevole dose del "vizietto" tutto ticinese: quando non era l'appartenenza al partito a creare qualche mugugno, erano scuse del tipo "eh, ma gli italiani ce li abbiamo sempre avuti, chissenefrega dei giovani, se non trovano è perché non sanno cercare il lavoro o non si accontentano dei posti più umili"...ohé, ma vi rendete conto sì o no che gli uffici dell'assistenza sono strapieni di ragazzi e di ragazze, ragazzi e ragazze come me, che sono volenterosi, attivi, hanno voglia di lavorare, ma per colpa dei giochini delle aziende (che sottopagano il lavoratore proveniente dall'estero...e parlo di una cifra molto inferiore ai 1000 franchi) non riescono a trovare un lavoro?! Vi rendete conto che questi giovani pagherebbero oro, ma proprio oro, se qualcuno gli presentasse un cesso da pulire da cima a fondo se ce ne fosse uno a disposizione?! Vi rendete conto che se andiamo avanti così, tra poco il nostro cantone si affossa alla grande, il divario tra ricchi e poveri aumenta, le persone si indebitano di più, e, peggio del peggio, non hanno una vita dignitosa?! Vi rendete conto che nel nostro Ticino, di cui difendiamo tanto il benessere, ci sono famiglie TICINESI che si trovano nella situazione di dover scegliere se fare la spesa o pagare la cassa malati?! 

Ma la domanda più importante è:

VOLETE VERAMENTE ANDARE AVANTI COSÌ O PREFERITE CERCARE, ANCHE NEL VOSTRO PICCOLO, DI CAMBIARE QUALCOSA????

PER LA CRONACA, E NON MI STANCHERÒ MAI DI DIRLO, A ME DELLA POLITICA E DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA NON ME NE FREGA UNO STRACAZZO DI NIENTE, MA SE QUALCUNO PROPONE UN'INIZIATIVA CHE PUÒ ESSERE POSITIVA PER IL TICINO E I TICINESI, BEH, IO SONO LA PRIMA A SCENDERE IN PIAZZA!

RIPETO, NON VOLETE PROPRIO CAMBIARE NULLA? VOLETE SEMPRE RIMANERE IN ASSISTENZA O IN DISOCCUPAZIONE, CONTINUARE AD ESSERE FRUSTRATI PERCHÈ NON TROVATE UN POSTO DI LAVORO O IL DATORE HA PREFERITO UN COLLEGA D'OLTRECONFINE A VOI PERCHÈ COSTA DI MENO??? E VOLETE LO STESSO ANCHE PER I VOSTRI FIGLI?

No?

Bene, allora, mancano pochi giorni alla consegna delle firme per salvare il lavoro ticinese, quindi se anziché limitarvi a fare andare la voce volete fare anche qualcosa di concreto per voi, per i vostri figli e le persone che conoscete, cliccate sul link sottostante, stampate il foglio, compilatelo con il nome del vostro comune, il vostro nome, il vostro cognome, la vostra data di nascita, poi fate una firma autogra e speditelo a Bellinzona!
Avete ancora tempo fino al 10 giugno per farlo!


mercoledì 22 maggio 2013

BASTA RIDURRE L'UCCISIONE DI UNA DONNA A MERO FATTO DI CRONACA...PRENDIAMO ANCHE NOI ESEMPIO DALL'ITALIA E DICIAMO "NO AL FEMMINICIDIO!"

Da qualche mese sto seguendo con molto interesse la campagna "No al femminicidio!" promossa da un noto telegiornale italiano. La durata è relativamente breve, si parla infatti di 10 massimo 15 minuti di trasmissione, ma nonostante ciò i contenuti non mancano di far riflettere ed anche di lasciare un po' l'amaro in bocca: storie di donne, tante, anzi troppe, che sono state fatte oggetto di stalking, violate nella loro dignità, sia a livello fisico che emotivo, ed infine uccise dall'uomo che giurava di amarle e di proteggerle e che invece si è trasformato nel loro incubo, e nel peggiore dei casi, nel loro serial killer.
Accanto alla trasmissione, finalmente, è stato creato anche un numero anti violenza, pubblicizzato a più riprese da Luciana Litizzetto, che le vittime possono chiamare nel caso si sentano minacciate, abbiano subito una violenza o abbiano paura che il loro stalker possa commettere un atto violento contro la loro persona.

E per quanto riguarda la nostra Svizzera

Qui da noi purtroppo, nonostante un consigliere nazionale (Hess Bernhard, tra l'altro vittima a sua volta di stalking) abbia proposto un testo legislativo per quanto riguarda lo stalking e la violenza contro le donne (e gli uomini) nel 2007, non c'è ancora un disegno di legge che contempla questi due reati, anche se nella Svizzera francese, tempo addietro, si era cominciato a parlare del problema ed anche a diffondere l'idea della necessità di una precisa legge anti-stalking e di un centro (gratuito, non come quelli che chiedono alla vittima 100 franchi al giorno per essere protetta dal suo assalitore) in cui destinare le donne e gli uomini vittime di stalking e di violenza.

http://www.swissinfo.ch/ita/politica/Lo_stalking,_questo_sconosciuto.html?cid=454932

Al giorno d'oggi però, malgrado un giornale svizzero francese nel 2010 sia tornato sul tema, rimarcando ancora una volta l'importanza di avere una vera e propria legge antistalking, ci sono ancora troppe donne che vengono uccise dai propri compagni, mariti, fidanzati, ex...e anziché denunciare questo fatto e promuovere anche qui una campagna contro il femminicidio, i nostri giornali cosa fanno? O lo riducono ad un mero fatto di cronaca, come accade fin troppo spesso nel caso di "20 minuti", quotidiano gratuito distribuito in tutte le stazioni ferroviarie del canton Ticino, oppure lo ignorano, come se fosse un problema che non ci tocchi minimamente e le vittime, anziché esseri umani, siano soltanto delle macchine che si rompono ma che si possono aggiustare con il cacciavite.

Il punto adesso però è questo. Fino a quando continueremo ad andare avanti con questo muro di silenzio, a far finta di nulla e ad ignorare che anche nel nostro Paese, così lindo e perfetto in apparenza, ci sono in realtà delle lacune (sia giudiziarie che penali) che devono essere colmate al più presto? 

Lo dico e non ho paura a dirlo: anziché continuare ad azzuffarsi per questo o per quell'altro partito, com'è costume di noi ticinesi (purtroppo), e a prendercela anche gratuitamente con i nostri vicini, iniziamo a prendere esempio da loro e a fare anche qualcosa di utile per sensibilizzare gli altri sul tema del femmicidio e sul fatto che una donna, e un uomo, è una persona viva e con una propria dignità, e che pertanto non può essere ridotta(o) ad un articoletto di cronaca nera. 


Diciamo no alla violenza e pestiamo i piedi con chi di dovere per avere finalmente anche noi una legge anti stalking, un numero antiviolenza in più lingue e un centro anti violenza gratuito e che dia veramente una mano alle vittime anziché dissanguarle!

http://www.swissinfo.ch/fre/societe/La_Suisse_a_besoin_d_une_loi_anti-stalking.html?cid=15318716


lunedì 13 maggio 2013

RECENSIONE DI "NELLE MANI DELLA RIBELLE" A CURA DI SILVIA MANGIERI (DAL SITO DELL'EDITORE)

Nelle mani della ribelle è il primo romanzo lungo della scrittrice Francesca Orelli, Recensione de "Nelle mani della ribelle" di Francesca Orelli, a cura di Silvia Mangieri. Originaria del Canton Ticino, Francesca Orelli ha cominciato ad avvicinarsi alla scrittura già nel 1992. Lo studio e la passione per la musica rock, in particolare per il gruppo hard & heavy dei Gotthard, l’hanno portata ad abitare un po’ ovunque e a viaggiare nei posti più disparati, accrescendo di volta in volta il materiale per i suoi manoscritti. Nel 2008 ha pubblicato una raccolta di racconti, Sognando Rock, per una piccola casa editrice di Torre del Greco; dopo aver tentato di scrivere un fantasy, si è buttata a capofitto nella stesura de Nelle mani della ribelle, il suo primo vero romanzo, quarto libro della serie I love Rock’n’Roll.
E in effetti Nelle mani della ribelle è un romanzo molto rock’n’roll, che mescola situazioni e temi diversi, dall’amore alla musica, dai viaggi alla guerra dei sessi, oltre a temi scottanti quali la violenza sulle donne, la disoccupazione giovanile e il desiderio di riscatto, di prendere in mano le redini della propria vita per condurla nella direzione desiderata, al di là di tutto e di tutti. 
Ambra, protagonista del romanzo, è una ragazza come tante. Sopravvissuta ad una burrascosa relazione con un uomo alcolizzato e violento, Ambra si ritrova senza lavoro, ma desiderosa di ricominciare a vivere. Ecco perché risponde all’annuncio del management di una grande rock band,i BlackShark, alla ricerca di un tecnico della strumentazione per il bassista della band, Leo Jelmini, e dopo aver superato una durissima selezione riesce ad ottenere il posto. Sebbene sia una ragazza grintosa e ben qualificata, Ambra si ritrova ad dover affrontare non poche difficoltà. L’ambiente della musica sembra essere infatti molto poco incline ad un addetto ai lavori donna anche se dotata di ottime capacità lavorative e di un’esperienza decennale nel campo. Ambra si trova quindi costretta a dover affrontare la diffidenza di molti suoi colleghi, ma soprattutto è costretta a scontrarsi con il difficile carattere di Leo, uomo affascinate e bassista di grande talento, ma anche un maschilista incallito, convinto assertore dell’inutilità delle donne, buone solo a chiedergli autografi e a scaldargli il letto. Ma Ambra non si lascia intimorire e si lancia a capofitto in questa nuova avventura che la porterà in giro per l’Europa, al seguito della band, riuscendo alla fine a vincere tutti i pregiudizi imperanti nel music system e a conquistare la fiducia e la stima dei suoi colleghi. Più difficile sarà la relazione con Leo. Tra la ragazza e il bassista in realtà si avverte sin dall’inizio una chimica dirompente. È una forza di attrazione e repulsione quella che li attanaglia, spingendoli in un gioco di seduzione, con picchi di amore ed odio, battutine sferzanti e passioni incontenibili. Entrambi si mostrano tuttavia caparbi ed orgogliosi. Ma una scommessa stuzzicante quanto pericolosa decreterà la svolta della loro vicenda. 
La lettura del romanzo scorre piacevole e fluida. Affascinante è l’ambientazione nel mondo della musica, visto anche da una prospettiva inusuale, quella cioè del dietro le quinte e degli addetti ai lavori. Dalla sua pubblicazione solo nel Canton Ticino sono state vendute quasi 200 copie, e le continue richieste dei lettori promettono una ulteriore crescita di questo traguardo già di tutto rispetto per l’opera di un’esordiente.