mercoledì 29 maggio 2013

LA SITUAZIONE LAVORATIVA TICINESE: RITORNO AL MASCHILISMO?

Non so se ve ne rendete conto, ma ultimamente, soprattutto in internet e sui principali giornali ticinesi, capita sempre di leggere più spesso "cercasi lavoratore uomo per...con lingue...esperto in. Persone non dotate dei seguenti requisiti pregasi di astenersi". Certo, capitava anche prima, ma di recente il fenomeno sembra non solo diffondersi a macchia d'olio, ma sta diventando alquanto preoccupante.
Dunque, almeno da quello che sto vedendo sempre di più nel mercato del lavoro ticinese e dalle sue richieste, se una donna vuole sperare di trovare un posto di lavoro, anche uno pagato pochissimo, deve prima di tutto presentarsi dal chirurgo plastico per cambiarsi da esponente di sesso femminile ad esponente di sesso maschile e con tanto di attributi inclusi.

MA STIAMO SCHERZANDO?!

Nel 1973 le donne ticinesi hanno ottenuto il diritto di voto, acquisendo di fatto il diritto di decidere a loro volta se approvare o meno un disegno di legge e iniziando a partecipare attivamente alla vita del cantone.
E adesso, quarant'anni dopo, iniziano a spuntare come funghi offerte di lavoro "scioviniste", in cui alle disoccupate viene precluso il diritto di lavorare perché, nonostante siano magari in possesso dei requisiti richiesti, in quanto donne devono esimersi dall'inviare richieste di candidatura. Non so voi, ma questo ritorno al maschilismo più estremo mi sta preoccupando parecchio: cosa accadrà se altre ditte seguiranno l'esempio? Dovremo tornare a chiuderci in casa, a mantenere i figli e basta, senza avere la possibilità di avere un lavoro che ci consenta di mantenerci da sole e senza nemmeno avere la possibilità di fare carriera?
Stare in casa e mettere su famiglia dev'essere una nostra scelta di donne, non un obbligo imposto dai datori di lavoro o dalle aziende solo perché loro cercano lavoratori uomini! Ragazze, donne, facciamoci sentire perché qui rischiamo sul serio non solo la catastrofe, ma un ritorno al Medioevo più estremo!

COSA POSSIAMO FARE DI CONCRETO?

Innanzitutto, facciamoci sentire da queste ditte e da queste aziende! Vediamo in internet un annuncio che cerca un lavoratore uomo, precludendo così il mestiere ad una donna? Bene, una singola protesta magari non potrà fare la differenza, ma se le proteste cominciano ad essere cento, mille, poi di più, si potranno ottenere risultati concreti! E se vediamo che non basta, parliamone con i partiti che hanno a cuore la nostra condizione, o con un politico in cui nutriamo fiducia e che conosciamo! E se non basta ancora scendiamo, ma proprio scendiamo, in piazza a farci sentire! Non su facebook o su twitter, che in sé sono delle piazze marginali, ma su quelle fisiche e dove possiamo urlare tutta la nostra rabbia e il nostro disprezzo per queste offerte di lavoro fuori dal normale!
Perché una persona che è in disoccupazione, o in assistenza (ma vuole uscire dalla sua condizione), ha il diritto sacrosanto di essere ascoltata da un futuro datore di lavoro e di essere valutata in base alle sue capacità e alla sua formazione, e non in base al suo sesso!

lunedì 27 maggio 2013

Il "vizietto" dei ticinesi (ma per fortuna non di tutti!)

Entrando in facebook o in twitter, una delle prime che mi saltano subito all'occhio è la grande "partecipazione" multimediale a fronte di un argomento sociale, politico o che in un modo o nell'altro ci tocca molto da vicino. Nulla di male, dopotutto viviamo ormai in un mondo in cui ognuno è libero di dire la sua, senza mezzi termini né tanto meno mezze misure. Ma davanti a certi atteggiamenti che ho riscontrato oggi, non posso che scrivere queste righe provando un qualcosa tra la perplessità e la preoccupazione.
Sui social, chissà perché, siamo pronti a mettere la faccia o l'avatar, a litigare con il partecipante di turno, a difendere le nostre opinioni in una guerra di botta e continua risposta, il tutto teso a realizzare il maggior numero di "mi piace" possibili ed immaginabili. E quando non sono i social network, sono i bar, le osterie, i centri giovanili, insomma, un qualsiasi ritrovo pubblico in cui si incontra e tra un bicchiere e l'altro si discute di argomenti importanti.
Ciò che mi preoccupa, che mi rende perplessa e che in un certo senso mi intristisce anche, è che tutta questa "partecipazione" si limiti più che altro alle parole, ma quando si tratta di passare ai fatti, guai, piuttosto si inventano delle scuse al limite del penoso o si ha paura di esporsi in prima persona.
Mi dispiace dirlo, ma per quanto possiamo strillare le nostre opinioni su un social, esse non porteranno a nulla: non porteranno ad un cambiamento né ad un miglioramento della penosa situazione in cui ci troviamo a livello attuale (ancora un po' e tra poco raggiungeremo anche noi la Grecia e la Spagna). Invece una firma, soprattutto nelle mani giuste, non solo può portare ad un progetto di votazione, ma anche a fare veramente qualcosa per chi ne ha più bisogno (in questo caso i lavoratori ticinesi)! 
Oggi sono stata in qualcosa come due comuni del Mendrisiotto (Castel san Pietro e Vacallo) e uno del luganese (Lugano), dove per l'iniziativa che richiede un salario adeguato per tutti, che porterebbe ad un notevole calo della disoccupazione dei residenti oltre a qualche giovane in meno nelle grinfie dell'assistenza, ho realizzato qualcosa come una trentina di firme: troppo poche, se penso che se ne dovranno raccogliere ancora circa 2000 per arrivare al traguardo finale delle 10000 e a riuscire così a sottoporre l'iniziativa che porterebbe ad un notevole miglioramento della situazione lavorativa ticinese. 
Nel contempo però sono riuscita ad avere anche una notevole dose del "vizietto" tutto ticinese: quando non era l'appartenenza al partito a creare qualche mugugno, erano scuse del tipo "eh, ma gli italiani ce li abbiamo sempre avuti, chissenefrega dei giovani, se non trovano è perché non sanno cercare il lavoro o non si accontentano dei posti più umili"...ohé, ma vi rendete conto sì o no che gli uffici dell'assistenza sono strapieni di ragazzi e di ragazze, ragazzi e ragazze come me, che sono volenterosi, attivi, hanno voglia di lavorare, ma per colpa dei giochini delle aziende (che sottopagano il lavoratore proveniente dall'estero...e parlo di una cifra molto inferiore ai 1000 franchi) non riescono a trovare un lavoro?! Vi rendete conto che questi giovani pagherebbero oro, ma proprio oro, se qualcuno gli presentasse un cesso da pulire da cima a fondo se ce ne fosse uno a disposizione?! Vi rendete conto che se andiamo avanti così, tra poco il nostro cantone si affossa alla grande, il divario tra ricchi e poveri aumenta, le persone si indebitano di più, e, peggio del peggio, non hanno una vita dignitosa?! Vi rendete conto che nel nostro Ticino, di cui difendiamo tanto il benessere, ci sono famiglie TICINESI che si trovano nella situazione di dover scegliere se fare la spesa o pagare la cassa malati?! 

Ma la domanda più importante è:

VOLETE VERAMENTE ANDARE AVANTI COSÌ O PREFERITE CERCARE, ANCHE NEL VOSTRO PICCOLO, DI CAMBIARE QUALCOSA????

PER LA CRONACA, E NON MI STANCHERÒ MAI DI DIRLO, A ME DELLA POLITICA E DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA NON ME NE FREGA UNO STRACAZZO DI NIENTE, MA SE QUALCUNO PROPONE UN'INIZIATIVA CHE PUÒ ESSERE POSITIVA PER IL TICINO E I TICINESI, BEH, IO SONO LA PRIMA A SCENDERE IN PIAZZA!

RIPETO, NON VOLETE PROPRIO CAMBIARE NULLA? VOLETE SEMPRE RIMANERE IN ASSISTENZA O IN DISOCCUPAZIONE, CONTINUARE AD ESSERE FRUSTRATI PERCHÈ NON TROVATE UN POSTO DI LAVORO O IL DATORE HA PREFERITO UN COLLEGA D'OLTRECONFINE A VOI PERCHÈ COSTA DI MENO??? E VOLETE LO STESSO ANCHE PER I VOSTRI FIGLI?

No?

Bene, allora, mancano pochi giorni alla consegna delle firme per salvare il lavoro ticinese, quindi se anziché limitarvi a fare andare la voce volete fare anche qualcosa di concreto per voi, per i vostri figli e le persone che conoscete, cliccate sul link sottostante, stampate il foglio, compilatelo con il nome del vostro comune, il vostro nome, il vostro cognome, la vostra data di nascita, poi fate una firma autogra e speditelo a Bellinzona!
Avete ancora tempo fino al 10 giugno per farlo!


mercoledì 22 maggio 2013

BASTA RIDURRE L'UCCISIONE DI UNA DONNA A MERO FATTO DI CRONACA...PRENDIAMO ANCHE NOI ESEMPIO DALL'ITALIA E DICIAMO "NO AL FEMMINICIDIO!"

Da qualche mese sto seguendo con molto interesse la campagna "No al femminicidio!" promossa da un noto telegiornale italiano. La durata è relativamente breve, si parla infatti di 10 massimo 15 minuti di trasmissione, ma nonostante ciò i contenuti non mancano di far riflettere ed anche di lasciare un po' l'amaro in bocca: storie di donne, tante, anzi troppe, che sono state fatte oggetto di stalking, violate nella loro dignità, sia a livello fisico che emotivo, ed infine uccise dall'uomo che giurava di amarle e di proteggerle e che invece si è trasformato nel loro incubo, e nel peggiore dei casi, nel loro serial killer.
Accanto alla trasmissione, finalmente, è stato creato anche un numero anti violenza, pubblicizzato a più riprese da Luciana Litizzetto, che le vittime possono chiamare nel caso si sentano minacciate, abbiano subito una violenza o abbiano paura che il loro stalker possa commettere un atto violento contro la loro persona.

E per quanto riguarda la nostra Svizzera

Qui da noi purtroppo, nonostante un consigliere nazionale (Hess Bernhard, tra l'altro vittima a sua volta di stalking) abbia proposto un testo legislativo per quanto riguarda lo stalking e la violenza contro le donne (e gli uomini) nel 2007, non c'è ancora un disegno di legge che contempla questi due reati, anche se nella Svizzera francese, tempo addietro, si era cominciato a parlare del problema ed anche a diffondere l'idea della necessità di una precisa legge anti-stalking e di un centro (gratuito, non come quelli che chiedono alla vittima 100 franchi al giorno per essere protetta dal suo assalitore) in cui destinare le donne e gli uomini vittime di stalking e di violenza.

http://www.swissinfo.ch/ita/politica/Lo_stalking,_questo_sconosciuto.html?cid=454932

Al giorno d'oggi però, malgrado un giornale svizzero francese nel 2010 sia tornato sul tema, rimarcando ancora una volta l'importanza di avere una vera e propria legge antistalking, ci sono ancora troppe donne che vengono uccise dai propri compagni, mariti, fidanzati, ex...e anziché denunciare questo fatto e promuovere anche qui una campagna contro il femminicidio, i nostri giornali cosa fanno? O lo riducono ad un mero fatto di cronaca, come accade fin troppo spesso nel caso di "20 minuti", quotidiano gratuito distribuito in tutte le stazioni ferroviarie del canton Ticino, oppure lo ignorano, come se fosse un problema che non ci tocchi minimamente e le vittime, anziché esseri umani, siano soltanto delle macchine che si rompono ma che si possono aggiustare con il cacciavite.

Il punto adesso però è questo. Fino a quando continueremo ad andare avanti con questo muro di silenzio, a far finta di nulla e ad ignorare che anche nel nostro Paese, così lindo e perfetto in apparenza, ci sono in realtà delle lacune (sia giudiziarie che penali) che devono essere colmate al più presto? 

Lo dico e non ho paura a dirlo: anziché continuare ad azzuffarsi per questo o per quell'altro partito, com'è costume di noi ticinesi (purtroppo), e a prendercela anche gratuitamente con i nostri vicini, iniziamo a prendere esempio da loro e a fare anche qualcosa di utile per sensibilizzare gli altri sul tema del femmicidio e sul fatto che una donna, e un uomo, è una persona viva e con una propria dignità, e che pertanto non può essere ridotta(o) ad un articoletto di cronaca nera. 


Diciamo no alla violenza e pestiamo i piedi con chi di dovere per avere finalmente anche noi una legge anti stalking, un numero antiviolenza in più lingue e un centro anti violenza gratuito e che dia veramente una mano alle vittime anziché dissanguarle!

http://www.swissinfo.ch/fre/societe/La_Suisse_a_besoin_d_une_loi_anti-stalking.html?cid=15318716


lunedì 13 maggio 2013

RECENSIONE DI "NELLE MANI DELLA RIBELLE" A CURA DI SILVIA MANGIERI (DAL SITO DELL'EDITORE)

Nelle mani della ribelle è il primo romanzo lungo della scrittrice Francesca Orelli, Recensione de "Nelle mani della ribelle" di Francesca Orelli, a cura di Silvia Mangieri. Originaria del Canton Ticino, Francesca Orelli ha cominciato ad avvicinarsi alla scrittura già nel 1992. Lo studio e la passione per la musica rock, in particolare per il gruppo hard & heavy dei Gotthard, l’hanno portata ad abitare un po’ ovunque e a viaggiare nei posti più disparati, accrescendo di volta in volta il materiale per i suoi manoscritti. Nel 2008 ha pubblicato una raccolta di racconti, Sognando Rock, per una piccola casa editrice di Torre del Greco; dopo aver tentato di scrivere un fantasy, si è buttata a capofitto nella stesura de Nelle mani della ribelle, il suo primo vero romanzo, quarto libro della serie I love Rock’n’Roll.
E in effetti Nelle mani della ribelle è un romanzo molto rock’n’roll, che mescola situazioni e temi diversi, dall’amore alla musica, dai viaggi alla guerra dei sessi, oltre a temi scottanti quali la violenza sulle donne, la disoccupazione giovanile e il desiderio di riscatto, di prendere in mano le redini della propria vita per condurla nella direzione desiderata, al di là di tutto e di tutti. 
Ambra, protagonista del romanzo, è una ragazza come tante. Sopravvissuta ad una burrascosa relazione con un uomo alcolizzato e violento, Ambra si ritrova senza lavoro, ma desiderosa di ricominciare a vivere. Ecco perché risponde all’annuncio del management di una grande rock band,i BlackShark, alla ricerca di un tecnico della strumentazione per il bassista della band, Leo Jelmini, e dopo aver superato una durissima selezione riesce ad ottenere il posto. Sebbene sia una ragazza grintosa e ben qualificata, Ambra si ritrova ad dover affrontare non poche difficoltà. L’ambiente della musica sembra essere infatti molto poco incline ad un addetto ai lavori donna anche se dotata di ottime capacità lavorative e di un’esperienza decennale nel campo. Ambra si trova quindi costretta a dover affrontare la diffidenza di molti suoi colleghi, ma soprattutto è costretta a scontrarsi con il difficile carattere di Leo, uomo affascinate e bassista di grande talento, ma anche un maschilista incallito, convinto assertore dell’inutilità delle donne, buone solo a chiedergli autografi e a scaldargli il letto. Ma Ambra non si lascia intimorire e si lancia a capofitto in questa nuova avventura che la porterà in giro per l’Europa, al seguito della band, riuscendo alla fine a vincere tutti i pregiudizi imperanti nel music system e a conquistare la fiducia e la stima dei suoi colleghi. Più difficile sarà la relazione con Leo. Tra la ragazza e il bassista in realtà si avverte sin dall’inizio una chimica dirompente. È una forza di attrazione e repulsione quella che li attanaglia, spingendoli in un gioco di seduzione, con picchi di amore ed odio, battutine sferzanti e passioni incontenibili. Entrambi si mostrano tuttavia caparbi ed orgogliosi. Ma una scommessa stuzzicante quanto pericolosa decreterà la svolta della loro vicenda. 
La lettura del romanzo scorre piacevole e fluida. Affascinante è l’ambientazione nel mondo della musica, visto anche da una prospettiva inusuale, quella cioè del dietro le quinte e degli addetti ai lavori. Dalla sua pubblicazione solo nel Canton Ticino sono state vendute quasi 200 copie, e le continue richieste dei lettori promettono una ulteriore crescita di questo traguardo già di tutto rispetto per l’opera di un’esordiente.



domenica 5 maggio 2013

Francesca Orelli: 8 GIUGNO 2013-PRESENTAZIONE DI "NELLE MANI DELLA R...

Francesca Orelli: 8 GIUGNO 2013-PRESENTAZIONE DI "NELLE MANI DELLA R...: Care lettrici, cari lettori, dopo un anno passato a presentare "Nelle mani della ribelle", e che mi ha portata a Milano, a Chi...

8 GIUGNO 2013-PRESENTAZIONE DI "NELLE MANI DELLA RIBELLE" AL RISTORANTE "AL PORTONE" A LUGANO (ULTIMA PRESENTAZIONE SVIZZERA!)

Care lettrici, cari lettori,



dopo un anno passato a presentare "Nelle mani della ribelle", e che mi ha portata a Milano, a Chiari, a Morbio Superiore (Svizzera), a Pisa, a Vezio (Svizzera), a Varese, a Trieste, a Terni, a Cassano Magnago, l'8 giugno ci sarà l'ultima presentazione a Lugano, presso il ristorante gastronomico "al Portone".

Per chi desiderasse trascorrere un sabato diverso dagli altri, gustarsi le specialità culinarie del ristorante ed insieme anche ascoltare la presentazione di "Nelle mani della ribelle", ci sarà quindi la possibilità di farlo.
Dopo questa data, mi ritirerò per preparare gli esami universitari e per la meritata pausa estiva :).

Nel frattempo però, anche in vista (forse) del presequel di "Nelle mani della ribelle", inizierò a muovermi per le date del nuovo tour 2013/2014, con la speranza di riuscire a fare qualche tappa in più nel canton Ticino. Siete sempre di più che continuano a scrivermi via facebook per chiedermi perché non vengo a presentare nella vostra zona, preferendo girare di più in Italia, ma ahimé, purtroppo questa scelta non è data dalla mia volontà di non presentare nel mio cantone d'origine, ma perché qui in Ticino, a differenza che in Italia, è veramente dura trovare un promoter e un locale disposto ad accogliere la presentazione di un giovane autore! In ogni caso, come già detto all'inizio del tour su facebook, dico già anche qui da subito che se avete in mente un locale, se nel vostro paese c'è un bar disposto ad organizzare una presentazione, o altro ancora, beh, io sono più che disponibile.

Buona estate e un caro saluto a tutte e a tutti!


                                                                        Francesca

https://www.facebook.com/pages/Ristorante-Al-Portone/230762753698575?fref=ts

sabato 4 maggio 2013

NUOVA RECENSIONE DI "NELLE MANI DELLA RIBELLE" (NICOLETTA STECCONI, GIORNALISTA E AUTRICE)

                                                 
                                                    Nelle mani della Ribelle di Francesca Orelli

Tre aggettivi per definire ‘Nelle mani della ribelle’ della giovane scrittrice ticinese Francesca Orelli: Vulcanico, seducente e senza dubbio rockettaro.
Ambra è un tecnico addetto alla strumentazione musicale delle rock band, competente e professionale, ama la musica e, da fan di tutto rispetto, segue da tempo i suoi gruppi preferiti tra i quali spiccano i Blacksharks.
Ambra è anche una donna affascinante e determinata.
Il fatto che sia una donna, però, non è esattamente apprezzato dal bassista della band presso la quale viene assunta. Leonardo Jelmini, infatti, ha una naturale (ma mica tanto!) inclinazione al misoginismo. Le sue riprovevoli esternazioni nei confronti del mondo femminile rasentano il patologico e, sicuramente, lo rendono antipatico e altero agli occhi di chi poco lo conosce, come Ambra.
La ragazza, però, oltre ad avvertire una certa attrazione fisica nei confronti del suo idolo, sente d’impulso che quello ostentato non è il vero Leo. Infatti, cercherà in tutti i modi di non cedere a quelle provocazioni che, nel gioco delle parti, si tramutano presto in una scommessa accattivante tra i due.
Ambra sta cercando di uscire da una devastante relazione sentimentale e, grazie al suo carattere forte e ribelle, ci sta riuscendo. Leo nasconde un altrettanto doloroso passato…
La singolare relazione tra i due passa così attraverso picchi di odio e amore, peripezie e passioni, incontri e distacchi, durante un tour musicale che vede la band e la sua troupe volare sulle principali capitali europee.
Un racconto decisamente leggero e divertente. Un viaggio nel mondo della musica, vista anche da dietro le quinte, attraverso gli stadi che per poche ore diventano il punto d’incontro di un’umanità giovane e ispirata, attratta da una comune esigenza: quella di ritrovarsi attraverso l'arte ancestrale che è la musica.




venerdì 3 maggio 2013

"LA FILOSOFIA DEL VAFFANCULO" (O TEORIA DEL CAMBIAMENTO)

1) Sì sempre te stesso, senza maschere né ornamenti atti a farti sembrare più bello, più brutto.

2) Dì sempre quello che pensi, anche le cose più sgradevoli o quelle che gli altri hanno paura di dire, perché la verità e l'onestà sono (e saranno) sempre premiate dalla gente che ne apprezza il valore...e a dispetto di quello che si dice, sono tanti.

3) Non denunciarle solo le cose, ma nel tuo piccolo fai qualcosa perché possano cambiare in meglio.

4) Manda un sonoro vaffanculo a tutti i criticoni a vanvera, gli ipocriti, i "closed-minded" e via discorrendo, anche perché ascoltando le loro obiezioni perdi solo un sacco di tempo.

5) Vivi felice, sogna, agisci, spera, ama, fai sapere alle altre persone che ci sei, non accontentarti ma dai ogni giorno il tuo meglio. La vita è troppo corta per passarla a provare paura e a misurare ogni nostro singolo pensiero o comportamento.


Se seguirai questi 5 punti, molti ti criticheranno, ti malediranno, ti daranno addosso, ma tu non curarti di loro, ma guarda avanti, migliora il tuo mondo e quello delle persone a cui vuoi bene, e manda loro un sonoro VAFFANCULO!

http://www.youtube.com/watch?v=mczuDw7luUM

(Non c'è niente di sconcio nel video, solo Marco Masini, che ha già fatto sua questa filosofia)