mercoledì 30 ottobre 2013

Elisa s.Amore: quando in fondo non vale proprio la pen(n)a sparare sulle ambulanze

Normalmente preferisco "evitare" di scrivere articoli di questo tenore, anche perché in genere guai, se un'autrice si leva contro un'altra autrice viene tacciata subito di essere invidiosa del suo successo o cosucce di questo genere.

Quello però a cui ho assistito ha a dir poco dell'incredibile: un'esordiente si è permessa di insultare e di parlare male nel suo gruppo "chiuso" su facebook di un'altra autrice, senza permetterle di difendersi, cosa che ha scatenato non pochi malumori. Dato che questa mia collega è una persona molto corretta, ha chiesto all'esordiente in questione sulla sua bacheca di palesarsi per vedere di risolvere l'impiccio...
Nemmeno l'avesse fatto...Elisa s.Amore, l'esordiente che ha scritto un libro che è stato recensito a più riprese in modo molto negativo anche su due blog molto importanti (Sognando&Leggendo e Believing), è subito intervenuta, arrivando ad insultarla pubblicamente, a prenderla in giro e a prendere in giro anche i lettori che avevano letto il suo libro. Una cosa che ho trovato raccapricciante, anche perché già parlare male alle spalle di una persona e senza darle la possibilità di difendersi è un comportamento a dir poco discutibile, ma arrivare al punto da intervenire in una discussione, negare tutto pubblicamente (anche se ci sono diversi testimoni che hanno visto il post in questione) e in più attaccare l'autrice, le blogger, i lettori presenti, beh, direi che è ancora più discutibile, e questo tenendo anche conto del fatto che quest'esordiente è una donna di trent'anni, sposata, quindi teoricamente un pochino più di sale in zucca dovrebbe avercelo.

Il bello però è arrivato dopo: dato che ero stanca di leggere i suoi insulti rivolti a questa mia collega di penna, sono intervenuta, fino a dirle una parola che l'ha toccata: vigliacca.
E toccata l'ha toccata, visto che in men che non si dica l'Amore ha segnalato il mio commento ed io mi sono ritrovata con un blocco di 12 ore da parte di facebook. E su quello stesso social ogni giorno transitano commenti e immagini che meriterebbero davvero la segnalazione, ma chissà perché mai una volta i suoi autori sono stati bloccati.

Scaduto il blocco, alquanto inferocita, sono andata a cercare il gruppo per cantargliene quattro...e con mia grande sorpresa, ho visto che il gruppo era sparito. Mi sembrava un po' strano che l'avesse cancellato, quindi ho subito pensato (e secondo me ho anche ragione) che l'Amore ha cambiato ancora la privacy, passando da chiuso a segreto. In questo modo può sparlare indisturbata con le sue protette di questa e di quell'altra autrice e senza che qualche "non appartenente alla sua cerchia" vada a dirle che non è corretto farlo.

Sono inoltre rimasta molto basita dal fatto che nonostante le accuse e gli insulti iniziali siano proprio partiti da Elisa s.Amore, un blog che consideravo serio come "Romanticamente fantasy" si sia schierato dalla parte di quest'autrice in quanto blog della Nord, arrivando a bollare tutti quegli autori che non hanno pubblicato con le grosse case editrici (a pagamento, perché l'Amore ha sborsato la bellezza di 20'000 euro per il marketing) come pseudo autori o autori frustrati.

Una mancanza di rispetto che trovo alquanto grave, in quanto come lettrice mi è capitato di avvicinare dei piccoli autori, che non hanno pubblicato con delle grosse CE, che hanno scritto libri stupendi e degni di essere letti. Al contrario mi è altresì capitato di legger libri di grosse case editrici che facevano a dir poco pena, con editing inesistenti e con scrittori (quasi sempre italiani) che sembravano farsi beffe del lettore.

Ma in fondo di che mi stupisco? Viviamo in un tempo in cui le grandi case editrici non cercano più il talento nell'autore, ma il suo denaro, arrivando poi a fare una figuraccia con i lettori che si vedono propinate giorno dopo giorno immani schifezze che arrivano dove arrivano perché sono spinte dai soldi (dell'autore).

Dai, ma in fondo vale proprio la pen(n)a sparare sulle ambulanze?


lunedì 28 ottobre 2013

Autopostale e Arl: quando la maleducazione corre sui mezzi pubblici.

Mi è capitato a più riprese di parlare nel mio blog a proposito dell'alto tasso di disoccupazione che abbiamo nel canton Ticino, soprattutto tra i giovani tra i 15 e i 24 anni, che dalle ultime informazioni recepite tramite i giornali e la radio pare che sia arrivato alla soglia del 40% (possibile? Se è per questo allora, siamo messi addirittura peggio dell'Italia e della Spagna).

Negli uffici di disoccupazione presenti sul territorio, come anche nei gruppi facebook dedicati alla ricerca del lavoro, spesso e volentieri mi capita di incontrare miei coetanei o addirittura più giovani o più in là con gli anni, i quali sebbene abbiano una formazione alle spalle, non riescono a trovare lavoro, e questo anche se durante l'apprendistato o l'università hanno fatto anche diversi stage pratici e in più possiedono nel loro bagaglio culturale non solo le lingue nazionali (tedesco e francese), ma anche un livello più che ottimale della lingua inglese.
Penso soprattutto al caso di tre persone che conosco, tutte residenti nel cantone, e che si ritrovano in questa situazione: una ha fatto la Supsi, si è formata come webmaster, eppure malgrado non sia un campo propriamente "occupato oltre il limite", ora sta prendendo in considerazione l'idea di un nuovo apprendistato perché non riesce proprio a trovare un posto che la assuma; un'altra, malgrado una formazione d'ufficio e la conoscenza ottimale delle lingue nazionali, si trova a dover dipendere dall'ufficio dell'assistenza; l'ultimo invece, meccanico d'auto formato, si è reinventato manovale...peccato che nonostante ora abbia un posto, tra pochi mesi si ritroverà di nuovo in disoccupazione, perché il posto di lavoro è solo "momentaneo".
Queste persone, pur se differenti tra di loro, hanno qualcosa in comune: una voglia allucinante di lavorare, di mettersi al servizio della società e delle persone che ne fanno parte, ma purtroppo finora non hanno trovato un'azienda disposta ad assumerle.

Viceversa, nel mese di settembre, mi è capitato di essere protagonista di due episodi molto antipatici, che hanno coinvolto due grandi aziende (ARL e Autopostale) e due "lavoratori" che proprio, pur ricevendo una buona paga (un autista di un mezzo pubblico da noi prende una tra media di 4500-5000 franchi al mese, se non addirittura 6000), non avevano voglia di farne. Uno lo vedevo già da anni sui bus: mai un sorriso, mai una parola gentile, e per estrapolargli anche un "buongiorno", sembrava cheil cliente dovesse usare il trapano del dentista. L'altro invece era la prima volta che lo vedevo: sembrava una persona coscienziosa, e invece, e questo lo leggerete nell'articolo seguente, guardate cos'ha combinato.

Piccola premessa per il lettore: i due episodi sono accaduti veramente, ne sono stata protagonista, e negli stessi non c'è nulla di inventato. Di solito prima non lo specificavo, anche perché mi sembrava una cosa fin troppo logica per non dire lampante, ma visto che ci sono stati di recente anche dei commenti in materia, beh, a questo punto la precisazione era decisamente d'obbligo.

Caso 1: il 3 settembre 2013, erano le 16.40 del pomeriggio, lungo la strada che da Vacallo porta a Castel san Pietro, mi ritrovo ad aspettare il bus alla fermata di Vacallo san Simone. Arriva l'autopostale: di solito, gli autisti aprono (e hanno anche l'obbligo di aprire, perché sul retro potrebbe dover salire una donna con la carrozzina, mentre sul davanti una scolaresca) sia davanti sia dietro, anche perché al contrario dei bus e delle metropolitane che circolano in Italia, qui non c'è l'obbligo di aprire solo le porte sul retro né tanto meno un divieto chiaro per le persone di scendere davanti. Nonostante questo dato di fatto e malgrado sia già in posizione alla fermata per salire davanti, non appena arriva il bus, l'autista in questione apre solo la parte sul retro.
Salgo, e qui tutto normale. Ad un certo punto, stiamo quasi per arrivare a Castel san Pietro, faccio per scendere quando l'autista inizia ad insultarmi in modo molto pesante, manco avessi fatto qualcosa di sbagliato o qualche danno sul bus, fino al punto da uscirsene fuori con la frase <<Via, via, basta, ci dai fastidio!>> (avete in mente come certe persone trattano il proprio cane? Stessa maniera).
Per la cronaca, non avevo fatto niente di male, fuorché alzarmi per iniziare a scendere dal bus.

Come ha reagito poi l'azienda (Autopostale) quando, giustamente, ho inviato il reclamo?

Non ha preso un provvedimento che sia uno verso l'autista, che oltretutto ha negato l'accaduto, ed io (una cliente del servizio in questione) non ho ricevuto nemmeno uno "scusa" o qualcosa che gli si avvicini.

E INTANTO FUORI DA QUELLA STESSA AZIENDA CI SONO MOLTI DISOCCUPATI, VOLENTEROSI E CHE NON DESIDERANO ALTRO CHE UN POSTO DI LAVORO, CHE UCCIDEREBBERO PER QUEL POSTO.

Caso 2: questo è successo in Capriasca, nello specifico a Tesserete, con un autista dell'ARL. Normalmente il bus per Lugano al sabato parte ogni ora, alle x.30. Alle x.25 l'autista arriva in modo normale alla fermata.
Io salgo, mancano ancora 5 minuti alla partenza. Alle x.30 il bus non è ancora partito.
Alle x.32 siamo ancora fermi a Tesserete, sono già due minuti di ritardo. Mi giro verso l'autista...in quel momento mi accorgo che ha un tablet, ma non sta facendo telefonate, nossignori: sta giocando a CandyCrush su facebook! Alle x.34, e con un treno che parte alle x.58 da Lugano (e per arrivarci ci vogliono più di venti minuti, traffico permettendo) e che se non prendo mi ritroverò ad aspettare un'ora a Mendrisio per il bus, faccio notare la cosa all'autista. Manco lo avessi fatto: l'autista in questione inizia ad attaccarmi in modo pesante, arrivando a farmi notare qualcosa a proposito di un giornale che c'era sul bus e a cui avevo dato una lettura svelta prima di rimetterlo al suo posto per l'utente successivo, poi alle x.35 finalmente partiamo (con 5 minuti di ritardo) e con il "lavoratore" in questione che per tutta la durata del viaggio non fa altro che lamentarsi per quell'osservazione. Arriviamo a Lugano ed io devo fare una corsa della miseria per riuscire a prendere il treno per Mendrisio.

Morale della favola?

Come mi è già capitato di vedere alle piscine di Chiasso, dove la signora della cassa, nonostante la colonna di clienti rabbiosi formatasi, continuava a giocare imperterrita allo stesso giochino, a quanto pare è più importante finire il livello di Candy Crush piuttosto che svolgere il proprio lavoro!

E INTANTO FUORI DA QUELLA STESSA AZIENDA CI SONO MOLTI DISOCCUPATI, VOLENTEROSI E CHE NON DESIDERANO ALTRO CHE UN POSTO DI LAVORO, CHE UCCIDEREBBERO PER QUEL POSTO.

Per concludere...io adesso vorrei fare una domanda molto chiara ai direttori delle aziende in questione, Autopostale e ARL, per capire un po' (ed anche al comune di Chiasso, visto che nell'articolo ho anche accennato una scena reale a cui mi è capitato di assistere ad agosto 2013): ma con tutti i disoccupati che ci sono in giro nel canton Ticino, perché insistete a dare un posto di lavoro a delle persone che, da quello che ho visto, non gliene frega assolutamente nulla e in più trattano i vostri clienti come se fossero delle scarpe vecchie? Solo perché chiedono poco? Solo perché sono dei pensionati che al limite chiedono il costo di un caffè?
Rimanendo in attesa delle vostre risposte, vi ricordo che di fuori ci sono tante persone che davvero, farebbero carte false per lavorare presso di voi, ma chissà perché per voi sono come inesistenti in quanto vivono stabilmente nel canton Ticino e qui pagano le tasse e la cassa malati.

PREFERITE GIOCARE AL RISPARMIO E AL RIBASSO DELLO STIPENDIO ANZICHÈ ASSUMERE DELLE PERSONE QUALIFICATE? BENISSIMO, POI PERÒ NON STUPITEVI SE VI RITROVATE CON CLIENTI ARRABBIATISSIMI, CHE SI LAMENTANO DELLA SCARSITÀ DEI SERVIZI O CHE SCRIVONO DELLA COSA IN RETE PERCHÈ VOI PREFERITE LAVARVENE LE MANI O DAR RETTA ALLE MENZOGNE CHE RACCONTA IL VOSTRO DIPENDENTE PER SALVARSI IL CADREGHINO!








venerdì 25 ottobre 2013

Fiocco Rosso...il progetto nel concreto a distanza di un mese

Devo ammetterlo, "Fiocco Rosso" all'inizio è stata una sfida: chi mai infatti avrebbe immaginato che una persona, da sola e senza alle spalle un'organizzazione che la sostenesse, fosse in grado non solo di organizzare degli eventi sul territorio ticinese, ma anche di coordinare una comunità di artisti, l'uno diverso dall'altro, e di gestire i rapporti di "Public relations" con le associazioni o i progetti?
Sembrava una missione impossibile, per non dire altamente improponibile.

Ma a distanza di un mese, posso dire di essere molto soddisfatta, non solo per l'evidente interesse e curiosità che il Fiocco ha suscitato, e suscita tuttora, negli artisti, ma anche nei giornalisti e nelle persone che, poco per volta, si stanno avvicinando a questi eventi e a questa comunità artistica.
A circa un mese dalla sua nascita non solo si sta creando un bel giro (ci sono infatti sì i quattro artisti ufficiali, ma anche gli artisti che lo sostengono con la loro presenza sulla pagina di facebook), ma abbiamo anche ottenuto dei risultati non da poco: a conti fatti tra la ricostruzione di Moglia, il Tavolino Magico, l'associazione Armònia e l'ACIF, siamo riusciti a donare tramite questi eventi la bellezza di quasi 300 franchi.
Nel fare i conti e nell'ammettere questo risultato a dir poco sensazionale per me, e questo tenendo conto che il "Fiocco Rosso" è ancora un bambino che ha iniziato a muovere da poco i primi passi, non posso che ringraziare tutte quelle persone che hanno creduto in me come "colonna portante" di questo progetto, ma soprattutto negli artisti che via via, e sempre gratuitamente, hanno accettato di prestarsi a questo "gioco della solidarietà", di dare la loro totale fiducia e di lavorare insieme per dare una mano concreta al canton Ticino ed anche alla vicina penisola.

Che dire poi del rapporto con le associazioni e i progetti...inizialmente siamo andati un po' così, come dei bambini curiosi ma ancora inesperti, ma adesso posso dire che si è creato davvero una bella fusione mentale, fisica e sociale anche su quel lato. Prendo il caso dell'associazione Armònia, giusto per dare l'esempio: come progetto eravamo partiti con l'intento di sollevare un po' le donne dalle spese della casa, ma abbiamo finito per fare qualcosa ancora di piu' grande e di importante con i soldini che abbiamo raccolto il 18 ottobre a Mendrisio: permettere all'associazione di acquistare un dolce per Natale per tutti i bambini (e sono tanti) presenti all'interno di questa infrastruttura protetta. Per quanto riguarda le altre associazioni che stiamo via via contattando per sostenerle tramite questi eventi "Fiocco Rosso", posso dire che a distanza di un mese, un'altra cosa che mi riempie di gioia, è vedere come reagiscono, la loro gioia nel vedere come ci avviciniamo a loro, e con noi anche le nostre arti, con garbo e con gentilezza per dare una mano senza chiedere nulla in cambio, se non dare un po' di felicità a qualcuno che ne ha bisogno.

Il prossimo appuntamento con il Fiocco Rosso si terrà il 29 novembre, dalle 17 alle 20, presso la biblioteca cantonale di Locarno. Ci sarò io a presentare "Nelle mani della ribelle", e con me ci saranno non uno, ma ben DUE gruppi che si esibiranno in un doppio acustico. Ma non è tutto: i gruppi saranno i veri protagonisti, insieme  a me, di questo nuovo appuntamento. Volete scoprire il perché?
Bene, allora vi aspettiamo a questo nuovo evento e appuntamento con la solidarietà. E per chi ancora non ci conosce, sappia che in genere a questi eventi succede sempre qualcosa...


mercoledì 16 ottobre 2013

Francesca Orelli: LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23

Francesca Orelli: LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23:   DIESEL 23 (ROCK MELODICO)-SVIZZERA       Nonostante i miei sensi siano ancora abbastanza ottenebrati dalla fondue "alquan...

LE MIE SCOPERTE MUSICALI: DIESEL 23

 
DIESEL 23 (ROCK MELODICO)-SVIZZERA
 
 
 
Nonostante i miei sensi siano ancora abbastanza ottenebrati dalla fondue "alquanto alcoolica" che mi sono concessa solo poche ore fa, sono riuscita comunque a riprendermi un po' per parlare di uno dei gruppi che ho scoperto al Rock'n'Bonsai e che hanno destato molto il mio interesse non solo per la capacità artistica dimostrata, ma anche per quella umana che ho potuto apprezzare non solo durante la serata, ma anche nel dopo: i Diesel 23, rockband dal cuore melodico, che nella serata del terzo anniversario della scomparsa di Steve Lee ho avuto modo di ascoltare e di vedere per la prima volta.

Il gruppo in sé è attivo da poco più di un anno, anche se i musicisti che ne fanno parte hanno un fior fiore di esperienze alle spalle e collaborazioni con gruppi del calibro di Tinturia, Troll e Amii Steward, e nello svolgimento del suo lavoro artistico e musicale ha eletto come propria ispirazione qualcosa di a dir poco particolare: il Diesel, che come ben sappiamo rispetto alla "normo benzina" è più lento. Ma è proprio questa lentezza "scelta" che fa sì che i pezzi proposti dai Diesel 23 non solo siano precisi a livello musicale, ma anche di qualità eccelsa.
E quel 23? Beh, devo dire che di tutto il nome, oltre al Diesel, è stata la scelta che mi ha più incuriosita, ma che è stata subito soddisfatta dal cantante Umberto Alongi: il nome della band infatti è stato scelto il 23 maggio alle ore 23. Da qui la decisione finale di aggiungere quel 23 finale.

Andranno anche a Diesel, saranno lenti, precisi, ma decisamente di strada ne hanno fatta in poco più di un anno e mezzo: diversi concerti sparsi su tutto il territorio ticinese, ai quali si aggiunge un padrinato d'eccezione nella figura del chitarrista dei Gotthard Leo Leoni, e un album dal titolo molto significativo "Last Chance" (ultima possibilità). Come mi ha raccontato il cantante della band, questo titolo riassume un po' delle situazioni in cui, chi più chi meno, ci siamo ritrovati a che fare almeno una volta nella nostra vita: ultima possibilità di fare sul serio, ultima possibilità di recuperare un amore (e qui devo dire che mi riconosco anche abbastanza nei temi, visto che chi più chi meno, i libri della serie "I love Rock'n'Roll" trattano questi temi al di là dello scopo di scrivere dei romance in cui sia però presente anche un pizzico di romanzo sociale, uno di diario di viaggio e uno ancora di giallo), ultima possibilità di recuperare una vita, quando la stessa la si è sprecata magari in malomodo tra vizi ed eccessi di ogni genere. Oltre che titolo del disco, è anche il titolo di una canzone presente al suo interno.

Parlando dell'album un po' più a fondo, all'interno dello stesso ci saranno otto tracce musicali inedite, anzi, forse anche dieci, e con un'unica cover dedicata ai Gotthard ("One Life, One Soul", stupenda e che ho già sentito a Lugano). Ma per la gioia degli impazienti, prima dell'album ufficiale uscirà il singolo "Between Angels and Demons" scritta da Umberto Alongi, con musiche di Michel Lorenzi e arrangiamenti dell'autore e del chitarrista e leader Ivan Santangelo.

E per quanto riguarda i progetti futuri? Beh, dopo un minitour di successo che li ha portati in Sicilia, in questo periodo i Diesel 23 si stanno anche creando dei contatti per un minitour in Campania, e perché no, anche degli impegni lavorativi all'estero. Ce la faranno questi rockers dal cuore grande e con la passione per la musica fatta a regola d'arte? Io direi proprio di sì!

Contatti per concerti, tour, altre proposte e iniziative (feste, matrimoni, eventi aziendali):

email: info@diesel23.ch

numeri di telefono

Ivan: 0041792182219

Umberto: 0041766750411




Un pöör Crist al m'à dùmandaa...

...da dàg un zichinin d'atenzion, parché la sò vida a l'è inscì vöeida, ch'el tröva ül temp da scassà dal deschnööf septembar tücc i dì i cujon. Ma mi a sùm sciüreta bela, ed anca se in 18 cümenti al ma minaciaa, al ma insultaa, al ma disù da tücc i cülüür, a sùn inscì böna da dedicà a lù e a tücc la so raza sta canzüneta bela dal Sordi...e par ül rest al pö tücc quel che vöer, tant l'è mia che ma na frega pùssee da quel tant...


http://www.youtube.com/watch?v=VrOLHeO0M8g

"gia' che ce so me levo st'altro peso, co' tte che fai il capoccia e stai piu' su, te sei allargato troppo,
senti a coso, mica t'offendi se, te do del tu, te c'hanno mai mannato, a quel paese, sapessi quanta gente che ce sta a tte te danno la medaglja d'oro, e noi te ce mannammo tutti in coro, e va e va, chi va con la polenta e baccala'...io so' salmone e nun me 'mporta niente, a me me piace anna' contro corente, e va e va
che piu' sei grosso e piu' ce devi anna'...e t'a ritroverai nel posto giustoe prima o poi vedrai ce provi gusto"

EH DAJE, MÒ MOCOLA E VAN A LAVURÀ! :P

Quando disorganizzazione fa rima con mancanza di professionalità

Innanzitutto mi permetto una breve premessa, e questo per rispondere alle lamentele delle persone (fans arrabbiati?) che si sono fatte sentire con l'organizzatore della manifestazione di cui andrò a parlare, senza peraltro avere il coraggio, né tanto meno le palle, di mandare invece un messaggio privato alla sottoscritta. E dire che non era neppure tanto difficile trovarmi, in fondo mi sono anche preoccupata di firmare le due recensioni per i giornali online per cui scrivo, e non avendo la privacy così “stretta”, era sufficiente fare una piccola ricerchina in facebook e zac, sarei saltata fuori subito visto che io sono la prima della trafila di tante “Francesca Orelli”. Ma no, più facile lagnarsi con l'organizzatore e andare a scassare i maroni ad una pagina che non centra nulla, “colpevole” solo di aver pubblicato un report come per gli altri concerti, anziché mandarmi un messaggio, al quale avrei risposto senza peli sulla lingua, elecando tutte le ragioni per cui ho deciso di favorire un gruppo e stroncarne invece un altro, o almeno il parere che riguarda la mia persona, dato che alla redazione delle recensioni hanno partecipato ben quattro tra reporter, persone che fanno già il critico musicale da anni o che stanno facendo un corso universitario specifico per diventarlo, e giornalisti (che pur se partecipanti a piccoli testate, rimangono tali).

Ragazzi (anche se dovrei chiamarvi “bambini e bambine” vista la vostra età), prima di tutto, e questo per dissimulare qualunque giudizio da parte vostra, a parte due gruppi che avevo già visto all'openair di Palagnedra e a Palco ai Giovani, io non conoscevo nessuna delle bands presenti al Rock'n'Bonsai, di conseguenza nell'espressione dei miei giudizi non sono stata guidata né da antipatie/simpatie, né da altri motivi soggettivi che avrebbero potuto portare la mia penna a favorire un gruppo piuttosto che un altro.
Per gli stessi mi sono esclusivamente avvalsa delle impressioni ricevute nel momento in cui i gruppi sono saliti sul palco ad esibirsi.
Secondariamente, io sono tre (anzi, forse anche quattro) anni che scrivo recensioni e articoli di critica musicale e letteraria, sia per la pagina che gestisco insieme ad altre tre persone e dedicata al mondo dei Gotthard, sia per altri blog, giornali e magazine online a cui collaboro attivamente.
Quindi insomma, a differenza vostra, e questo senza contare il fatto che da un anno e mezzo circa sto anche facendo un percorso di laurea proprio per diventare un critico professionista, gli strumenti basilari per poter esprimere in modo oggettivo un giudizio, e scrivere una recensione, li possiedo a piene mani, anche perché comunque l'esperienza alle spalle, seppur ancora minima, ce l'ho!

Sottolineo inoltre ancora una volta, anche se chi più chi meno, lo abbiamo già fatto fin troppo e a troppe riprese io e le altre colleghe presenti alla serata.
Alla sera dei concerti non c'ero solo io, ma ben quattro ragazze, che insieme a me, hanno scritto, preso nota, elaborato, le proprie recensioni, dopodiché, non appena abbiamo avuto un momento di calma, ce le siamo inviate tra di noi per riscontrare qual'erano i punti comuni che comparivano a più riprese e quali invece erano dei giudizi singoli talmente irrilevanti da poter essere lasciati stare in tutta tranquillità. L'insieme dei punti comuni raccolti ha portato quindi ad un giudizio oggettivo condiviso da tutte in merito ai gruppi, fatto senza tenere conto delle vittorie ad altri concorsi, né di chi aveva già vinto o perso.
Così lavora qualunque critico, sia musicale sia letterario (basta che chiedete lumi ad uno qualsiasi che fa questo mestiere e vi dirà la stessa cosa), e così abbiamo fatto noi.
In ultimis: come in tutte le situazioni che si rispettino, il giudizio di un gruppo di critici o di reporter può anche non coincidere con quello della giuria, ma non per questo vuol dire che sono nel torto o che stanno sbagliando. Anche perché poi, che uno vinca, che uno perda, poi è sempre il pubblico fuori, e che non conosce nessuna delle bands, a farsi il proprio giudizio in materia, non solo leggendo le recensioni, ma anche andando a spulciare i video delle bands stesse.
Detto questo, chiuso il primo punto, e per quel che mi riguarda non ci tornerò più su a discuterne.

Parlando invece dell'organizzazione del Rock'n'Bonsai: ora, già nei mesi precedenti ci sono state alcune “cosine” che mi hanno fatto abbastanza riflettere, come quella volta in cui mi sono ritrovata letteralmente “scaricata” sulle spalle le responsabilità che doveva essere degli organizzatori, come trovare la security, cosa molto importante anche per un evento di piccole dimensioni (e non liquidare la cosa con frasi “tanto non serve”, come ho avuto modo di sentire anche sul posto, e dalla bocca di uno degli organizzatori per di più), ma quando mi sono presentata sul posto, era chiaro che c'erano altre cose che potevano essere fatte meglio, se l'organizzazione avesse dimostrato un po' più di professionalità nel creare l'evento, e altre che non mi sono andate proprio giù.
Innanzitutto mi ha stupito molto la mancanza di cartelloni (ma mica c'era uno sponsor che si occupava di farli?), per poi ritrovarmi, solo quando mi sono avvicinata, un manifestino seminascosto sulla bacheca, e sul dietro per giunta. Okay, forse i cartelloni sono troppo costosi per l'evento, ma era così difficile organizzare due poster, grandi abbastanza da ricoprire la bacheca, da mettere davanti sul dietro? Seconda cosa: passi il catering organizzato in una qualche maniera (pizze e caffè, proposti per di più a prezzi indecenti, al punto che molti degli intervenuti sono dovuti andare fuori a mangiare), passi la sicurezza cercata in ultimis via facebook (deprimente), ma cacchio, non il fatto che il fanclub ufficiale della band, una volta arrivato, non trovi nemmeno dei tavoli pronti messi lì! Santo cielo, e dire che creare una bancarella minima non è nemmeno l'impresa più impossibile della Terra, è sufficiente aprire due tavoli, ricoprirli con una tovaglia di plastica, organizzare due panchine e il gioco è fatto! Io sono cinque anni che lo faccio per un'openair, e i primi quattro anni ero sempre da sola a farlo, ma è sempre andato tutto molto bene.
Ma la cosa che mi ha fatta bollire più di tutte (di rabbia) è stata questa: la madrina dell'evento la si ingaggia proprio per fare la madrina, quindi fare apparenza, accogliere i visitatori, rappresentare gli sponsor all'evento, non per sobbarcare poi sulle sue spalle tutto il lavoro dell'organizzazione perché gli organizzatori non si trovano!

Tornando al discorso delle recensioni però, è qui che si è manifestata in tutta la sua potenza non solo l'evidente disorganizzazione, ma anche la mancanza di professionalità. Mancanza di professionalità nel non saper accettare che alla manifestazione, oltre ai fans, c'erano anche dei reporter e dei critici esterni che hanno scritto un giudizio che differiva di netto da quello della giuria.
E poi, sempre parlando della giuria: da quando in qua è onnipotente e tutti i pareri devono conformarsi con quello espresso dalla stessa? Non si può semplicemente rispettare tutte le opinioni, senza star lì a rimenarla, a ravanarla in tutte le maniere (e a rompere le palle a dei giornalisti e dei critici che possono sì dare una mano ad una manifestazione, se è valida, ma anche affondarla se proprio vedono che non è stata organizzata con la dovuta serietà come in questo caso)? Anche perché poi sarà il pubblico, IL PUBBLICO, quello che deciderà se un artista è valido o meno, se è stata la giuria ad aver ragione o invece il gruppo di critici e reporter presente alla manifestazione...e da quello che ho potuto subodorare nei giorni successivi, il giudizio mio e delle mie colleghe di recensioni e di report, fatto in modo oggettivo e sulla base di quello che è stato visto sul palco, dalla presenza scenica ai testi proposti, dal rapporto con il pubblico fino all'ambientazione, è stato condiviso ed approvato appienamente non da poche persone, che non conoscevano i gruppi e che a seguito delle recensioni sono andate su youtube per appurare quanto c'era di vero nelle stesse e farsi il PROPRIO GIUDIZIO in materia. E santa madre di Dio, se noi eravamo su nelle file alte, e abbiamo guardato giù e a parte un gruppetto nel mezzo, nessuno del pubblico ha battuto le mani davanti all'esibizione del gruppo che abbiamo stroncato tutte e quattro, anche se ognuna per motivi differenti, non è perché ce l'avevamo con il gruppo, ma perché è stato quello che abbiamo effettivamente visto!
Mancanza di professionalità inoltre nel non rispettare non solo che si esprima un giudizio differente, ma anche nel voler mettere a tutti i costi zizzania tra le persone...non per dire, ma se una discussione avviene in privato, la stessa deve rimanere in privato, non essere “fotografata” tramite screen shot per creare discussioni o possibili litigi tra due persone, solo perché una si è lasciata scappare una cosa e l'altra l'ha interpretata male. Bastava rispondere “no, non è così, è cosà” e si chiudeva lì il discorso, punto e stop!
Mancanza di professionalità nel non saper organizzare la manifestazione “nei dettagli”: da un incontro successivo con due giurati, cosa sono venuta a sapere infatti? Che la presentatrice non sapeva che cavolo dire, che un Gotthard, presente sul posto per vedere un'altra band, è stato ingaggiato all'ultimissimo momento per la premiazione, e che anzi, quasi è stato poi “defenestrato” in una qualche maniera solo perché l'organizzatore ha deciso di fare in tutt'altro modo (grazie a Dio che il Gotthard aveva sul posto un amico molto intelligente, al contrario dell'organizzatore cardine che era un idiota con tanto di patente, che lo ha disuaso dal comportarsi così perché sennò una delle più celebri rockstars svizzere lo mandava, giustamente, come cantava Sordi “a quel paeseee...sapessi quanta gente che c'è sta...”), che la giuria è stata formata solo all'ultimo momento, che NON ERA PRONTA e non aveva nemmeno i criteri per esprimere i giudizi (decisi sul momento anche quelli), che i giudizi stessi sono stati messi su dei fogli a quadretti e non su una modulistica apposita (come in ogni concorso che si rispetti)...EEEHHH, MA STIAMO SCHERZANDOOOO????
Da ultimo, ma non meno importante, mancanza di professionalità nel non saper capire che il giudizio espresso da un critico musicale nei confronti della band si dista di molto, anzi, addirittura di chilometri, da quello dell'operato dei giudici.
Un critico, o in questo caso un gruppo di critici e di reporter, può anche non essere d'accordo per nulla con il parere della giuria, ma non per questo deve esprimersi in modo negativo anche sull'esecuzione di una rockband solo perché ne fanno parte alcuni giudici. A noi interessa la musica e quello che vediamo sul palco, non che le persone facciano parte di questo e di quell'altro!
Come giuria per noi potranno essere incompetenti, drogati, stanchi o peggio (in fondo da noi ci si aspetta anche questo per fare un po' di “audience”. Basta che guardiate “Tale e quale show” al venerdì sera, dove questa nota è molto più evidente che negli altri programmi televisivi. Quante volte Claudio Lippi, nel formulare i suoi giudizi, viene attaccato a più riprese dal pubblico, dai critici e dai giornalisti presenti in studio, che non sono d'accordo?), ma nel momento in cui salgono sul palco e si esibiscono, per noi sono musicisti, è se un musicista è bravo, meritevole ed esegue un pezzo talmente bene da far piangere metà sala ed emozionare l'altra metà, noi lo scriviamo esaltandone le capacità, in quanto il nostro mestiere (o la nostra passione) prevede non solo che si esprimano dei pareri il più vicini possibili alla realtà dei fatti, ma anche, se ci sono le capacità, e il TALENTO, nell'artista, nel musicista, nello scrittore esordiente, nel pittore, nello scultore, ecc ecc, di dirlo senza timore.
Mancanza di professionalità nel non sapersi presentare, a livello estetico, bene e come si conviene ad una manifestazione che si arroga il diritto di presentare l'operato di un'associazione no profit, di serietà, di rispetto per tutte quelle persone che sono venute a rendere omaggio ad una personalità straordinaria come Steve Lee. Non dico vestirsi come un damerino per la prima della Scala, per carità, ma nemmeno presentarsi con un “gamargo” da vecchio (“paltò” nel dialetto della mia valle di Muggio) e la barba di sei se non di sette giorni.
Personalmente, se non me l'avesse detto una delle signorine presenti alla cassa, nemmeno io avrei riconosciuto il Calà in quel “clochard” che ad un certo punto si è avvicinato...e devo dire che già a vederlo conciato in quel modo, non è che l'impressione sia stata delle migliori.
Anzi, adesso sto iniziando davvero a domandarmi, come hanno già insinuato diverse persone nei giorni successivi alla pubblicazione delle recensioni (molti dei quali musicisti già conosciuti e che sono stati presenti all'evento nei due giorni) se anziché per Steve Lee, la manifestazione non sia stata organizzata piuttosto perché l'organizzatore voleva vedere a tutti i costi i venti bonsai del cantante, mentre del resto non gliene importava assolutamente nulla...


E su questo chiudo, augurandomi che in futuro, quando scriverò recensioni da sola o con altre persone, non succeda la stessa cosa che è successa con il Rock'n'Bonsai e la sua organizzazione, anche perché non solo mostra la mancanza evidente di rispetto per i giudizi che non si conformano con quello della giuria ufficiale, ma anche la mancanza di professionalità nell'affrontare quello che un evento di tale portata può portare prima, sul posto, ma anche in seguito! E santo cielo, per favore, ma veramente per favore, invece di farvi entrare le cose da un orecchio e farvele uscire dall'altro (vero Calà?), l'anno prossimo, ammesso che decidiate di ripetere l'evento, cercate di organizzarlo un po' meglio, con tutti i crismi del caso ed anche di essere più presenti come organizzatori!