Ormai si sa, chi più chi meno, attori famosi, avvocati di grido, musicisti di talento e conosciuti in tutto il globo, scrittori che ci fanno sbavare, hanno iniziato da qualcosa che molti nel loro subconscio sembrano aver dimenticato: la gavetta.
Ma cos'è la gavetta in sostanza? Dal dizionario dei modi di dire del Corriere, trovato girovagando per la rete, mi sono imbattuta nella seguente definizione: "fare gavetta vuol dire entrare in un'attività con mansioni umili, ad un livello basso, salendo piano piano a tutte le fasi della carriera prevista".
Scrittevolmente parlando, soprattutto per quanto riguarda noi esordienti un pochino più "anzianotti", significa: essersi fatti un mazzo grosso così per farci conoscere e far conoscere insieme la nostra opera e quello che facciamo, e questo senza chiedere aiuto a nessuno (o al limite, un consiglio che ha scatenato l'illuminazione e una nostra successiva decisione).
Ecco perché, dopo l'ennesima domanda da parte di un esordiente (alquanto sprovveduto, oserei anche dire) che mi ha chiesto come fare a diventare uno scrittore conosciuto, e senza il minimo sforzo, ho deciso di scrivere questo articolo.
Innanzitutto, e questo rispondendo anche a qualche "invidioso di troppo" che pensa che mi sia fatta solo sulla base del mio nome, se al giorno d'oggi sono sempre in giro a far presentazioni (al punto che qualcuna ho dovuto persino rifiutarla, soprattutto perché ho anche un'università da portare avanti e da concludere), se sono uscita anche dai confini ticinesi e italiani per addentrarmi in quelli polacchi, se ci sono in cantiere un paio di progettini mica male e mi ritrovo con il secondo romanzo in fase di pubblicazione, è essenzialmente per i seguenti fattori:
1) Un sacco di sacrifici
2) Un sacco di lavoro
3) Un sacco di investimenti personali, anche economici, soprattutto per quanto riguarda le prime presentazioni
4) Un sacco di porte sbattute in faccia
5) Un sacco di rifiuti e di rospi ingoiati
6) Un sacco di sforzi
7) Un sacco di operazioni da PR che normalmente, questo nel caso di autori davvero grossi, fanno solo gli agenti letterari
8) Una discreta capacità di cogliere al volo le opportunità e di buttarsi nelle stesse anche a peso morto
9) Un pizzico di fortuna sfacciata
Tutte cose che ho fatto io in prima persona, e senza andare a chiedere allo scrittore di turno, più anziano, come ha fatto ad arrivare dove si trova. Ognuno, e questo penso che lo sappia anche un alieno proveniente da Marte, costruisce da sé il suo percorso, ed io stessa ho imparato sulla mia pellaccia che, ad eccezione di qualche consiglio che potrebbe essere utile per indirizzarci al meglio, siamo noi i padroni del nostro percorso artistico e non gli altri. Ma quello stesso percorso, alla fine del quale si trova la cosa che bramiamo più di ogni bene materiale esistente sul Pianeta, come tutte le strade che si rispettino, è irto di ostacoli e disseminato di buche.
Cosa fare a quel punto allora? Beh, le vie da percorrere sono essenzialmente due: o credi davvero nel tuo sogno e quindi ti butti a testa bassa per affrontare sia gli ostacoli sia le buche, sopportando tutto quello che ne può scaturire, anche i fallimenti e le delusioni, oppure rinunci già in principio...ma facendo così, rinunci anche al tuo sogno e, ed è anche probabile, alle occasioni che si potrebbero incontrare lungo il cammino.
Palle non ce ne sono, come neppure scorciatoie. Anche perché, noi possiamo farci raccontare dal collega più vecchio, o meglio ancora, dallo scrittore o dall'artista famoso com'è arrivato alla cima, ma se non ci azzardiamo noi per primi, anche facendo qualche passo falso o incassando qualche calcio ben assestato nei dentini, difficilmente raggiungeremo l'obiettivo e il nostro sogno.
La stessa Rowling in fondo, prima di diventare quella bestia sacra che conosciamo ed emulata da tutti gli esordienti (un po' come Tolkien), ha ricevuto non so quante porte sbattute in faccia e rifiuti anche da case editrici importanti, prima che una piccola CE decidesse di fare il grande salto e di pubblicare il primo dei sette libri di Harry Potter. Il resto ormai lo conosciamo perché è già storia.
Morale della favola: purtroppo, per quante domande si facciano, dagli altri artisti possiamo ricavare al limite dei consigli utili e che possano anche indirizzarci, ma il percorso dobbiamo costruircelo NOI.
È sempre stato così, la gavetta è sempre esistita, fin dai tempi di Adamo ed Eva, e sempre così sarà e sempre la gavetta esisterà, anche quando vorremmo evitarcelo/a perché siamo troppo pigri o troviamo più comodo cercare di rubare qualche pizzico di "fama e di fortuna" ad un altro (o ad un'altra) piuttosto che costruirci la nostra da zero e "sporcarci le mani" com'è giusto che sia.
Paperon de Paperoni insegna: per arrivare ad avere il nostro deposito piene di monete d'oro e di bei dollaroni, dobbiamo insozzarci le mani nel fango del Klondike, indi...far gavetta a più non posso e ricevere a nostra volta un bel po' di porte in faccia!
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