mercoledì 22 maggio 2013

BASTA RIDURRE L'UCCISIONE DI UNA DONNA A MERO FATTO DI CRONACA...PRENDIAMO ANCHE NOI ESEMPIO DALL'ITALIA E DICIAMO "NO AL FEMMINICIDIO!"

Da qualche mese sto seguendo con molto interesse la campagna "No al femminicidio!" promossa da un noto telegiornale italiano. La durata è relativamente breve, si parla infatti di 10 massimo 15 minuti di trasmissione, ma nonostante ciò i contenuti non mancano di far riflettere ed anche di lasciare un po' l'amaro in bocca: storie di donne, tante, anzi troppe, che sono state fatte oggetto di stalking, violate nella loro dignità, sia a livello fisico che emotivo, ed infine uccise dall'uomo che giurava di amarle e di proteggerle e che invece si è trasformato nel loro incubo, e nel peggiore dei casi, nel loro serial killer.
Accanto alla trasmissione, finalmente, è stato creato anche un numero anti violenza, pubblicizzato a più riprese da Luciana Litizzetto, che le vittime possono chiamare nel caso si sentano minacciate, abbiano subito una violenza o abbiano paura che il loro stalker possa commettere un atto violento contro la loro persona.

E per quanto riguarda la nostra Svizzera

Qui da noi purtroppo, nonostante un consigliere nazionale (Hess Bernhard, tra l'altro vittima a sua volta di stalking) abbia proposto un testo legislativo per quanto riguarda lo stalking e la violenza contro le donne (e gli uomini) nel 2007, non c'è ancora un disegno di legge che contempla questi due reati, anche se nella Svizzera francese, tempo addietro, si era cominciato a parlare del problema ed anche a diffondere l'idea della necessità di una precisa legge anti-stalking e di un centro (gratuito, non come quelli che chiedono alla vittima 100 franchi al giorno per essere protetta dal suo assalitore) in cui destinare le donne e gli uomini vittime di stalking e di violenza.

http://www.swissinfo.ch/ita/politica/Lo_stalking,_questo_sconosciuto.html?cid=454932

Al giorno d'oggi però, malgrado un giornale svizzero francese nel 2010 sia tornato sul tema, rimarcando ancora una volta l'importanza di avere una vera e propria legge antistalking, ci sono ancora troppe donne che vengono uccise dai propri compagni, mariti, fidanzati, ex...e anziché denunciare questo fatto e promuovere anche qui una campagna contro il femminicidio, i nostri giornali cosa fanno? O lo riducono ad un mero fatto di cronaca, come accade fin troppo spesso nel caso di "20 minuti", quotidiano gratuito distribuito in tutte le stazioni ferroviarie del canton Ticino, oppure lo ignorano, come se fosse un problema che non ci tocchi minimamente e le vittime, anziché esseri umani, siano soltanto delle macchine che si rompono ma che si possono aggiustare con il cacciavite.

Il punto adesso però è questo. Fino a quando continueremo ad andare avanti con questo muro di silenzio, a far finta di nulla e ad ignorare che anche nel nostro Paese, così lindo e perfetto in apparenza, ci sono in realtà delle lacune (sia giudiziarie che penali) che devono essere colmate al più presto? 

Lo dico e non ho paura a dirlo: anziché continuare ad azzuffarsi per questo o per quell'altro partito, com'è costume di noi ticinesi (purtroppo), e a prendercela anche gratuitamente con i nostri vicini, iniziamo a prendere esempio da loro e a fare anche qualcosa di utile per sensibilizzare gli altri sul tema del femmicidio e sul fatto che una donna, e un uomo, è una persona viva e con una propria dignità, e che pertanto non può essere ridotta(o) ad un articoletto di cronaca nera. 


Diciamo no alla violenza e pestiamo i piedi con chi di dovere per avere finalmente anche noi una legge anti stalking, un numero antiviolenza in più lingue e un centro anti violenza gratuito e che dia veramente una mano alle vittime anziché dissanguarle!

http://www.swissinfo.ch/fre/societe/La_Suisse_a_besoin_d_une_loi_anti-stalking.html?cid=15318716


Nessun commento:

Posta un commento